L’annuncio della ministra per le Pari Opportunità e le Famiglie Elena Bonetti riguardo all’estensione del congedo di paternità a 3 mesi ha suscitato, com’era prevedibile, reazioni differenti.
Per chi diventerà papà, sia a seguito della nascita di un figlio, adozione oppure affido, la possibilità di usufruire di un periodo di astensione dal lavoro equiparato a quello delle madri rappresenta, allo stesso tempo, un vantaggio e una sfida.
Da un lato, infatti, sono indubbi gli elementi positivi legati a un cambiamento che mira a conseguire, almeno da questo punto di vista, la parità di genere e l’equilibrio del carico familiare su entrambi i genitori.
Dall’altro, il cambiamento culturale e di abitudini, all’interno dei nuclei familiari stessi, è un processo che passa attraverso scoperte nuove e anche criticità.
L’estensione del congedo di paternità: cosa prevede il Family Act
Il Family Act, la misura legislativa che entrerà in vigore con la nuova Manovra Finanziaria del 2022 approvata al Consiglio dei Ministri, prevede che i neopapà possano usufruire di un congedo dal lavoro pari a 90 giorni, che seguono la nascita, adozione o presa in affido di un figlio.
In quest’ottica, la tutela nei confronti dei padri risulta in netto miglioramento, soprattutto se paragonata alla situazione attuale, che riserva loro 10 giorni nell’arco di un anno.
Il trattamento economico spettante ai lavoratori dipendenti che usufruiranno dei 90 giorni previsti dal Family Act ammonta al100% della retribuzione.
Congedo di paternità a 3 mesi: i vantaggi per i papà
L’estensione del periodo del congedo per i papà incluso nella legislazione di prossima applicazione comporta una serie di vantaggi per i neogenitori e questo potrebbe avere effetti virtuosi sulla gestione dell’intero nucleo familiare.
Ad oggi, i 10 giorni di congedo obbligatorio a disposizione dei papà determina uno sbilanciamento notevole, soprattutto considerando che, se tutto fila liscio, un lasso di tempo così esiguo consente a malapena di svolgere le pratiche burocratiche connesse al nuovo arrivato e organizzare quel minimo di accoglienza domestica necessaria.
Cosa prevede il Family Act
Il Family Act, quindi, laddove estende anche per i neopapà il congedo familiare a 3 mesi, potrebbe consentire a entrambi i genitori di stabilire un rapporto più sereno con il proprio figlio, prendersi cura delle nuove e crescenti incombenze con minore stress e far fronte alle inderogabili necessità connesse alla nascita.
I papà avranno, inoltre l’occasione di essere un supporto concreto alla puerpera, che avrebbe l’opportunità di riprendersi con più calma dal parto e dal periodo immediatamente successivo.
Ma non solo, perché la possibilità di rimanere più a lungo con il proprio figlio permetterebbe di stabilire con lui o con lei un rapporto profondo e autentico, perché è vero che il tempo di qualità è importante, ma anche la quantità, soprattutto nella fase che segue la nascita, è fondamentale, perché presuppone la presenza fisica di un adulto che sappia dare amore e supporto al neonato.
L’estensione del congedo di paternità: i vantaggi per le mamme
Le ricadute positive dell’aumento a 3 mesi del congedo di paternità si riscontrerebbero anche per le neomamme.
Innanzitutto, queste potrebbero beneficiare di un supporto concreto nella gestione quotidiana del bambino, riprendersi dalle fatiche del parto con più tranquillità ed eventualmente affrontare con maggiore serenità problematiche legate al puerperio, tra cui depressione post partum e altri stati patologici.
Inoltre, grazie al sostegno del papà nella gestione quotidiana del bambino, le neomamme potrebbero gettare le basi per tornare al lavoro con una diversa attitudine e non con la stanchezza tipica di chi è notevolmente affaticato e in debito di sonno.
In questo senso, il riequilibrio del carico legato alla nascita di un bimbo potrebbe davvero avere luogo, non solo a parole, ma nella pratica.
Senza considerare che, in presenza di altri figli, entrambi i genitori avrebbero più chance di riprendere fiato tra poppate, notti in bianco e gestione della prole.
Si tratta di un quadro ideale, che per concretizzarsi dovrebbe vedere in campo più forze che operano in maniera sinergica e, naturalmente, una certa dose di buona volontà.
Certo è che, con una legislazione più favorevole nei confronti della famiglia, i presupposti ci sono tutti.
I papà si mobilitano in rete!
Diversi papà in rete cercano di farsi sentire per appoggiare un cambiamento che li vede protagonisti.
Noi di Superpapà con gli amici di BarPapà e altre community di mamme abbiamo lanciato una petizione su change.org per richiedere da subito 30 giorni di Congedo di Paternità, un obiettivo fattibile nel breve.
Poi hanno abbiamo aumentato la richiesta a 3 mesi come previsto nel Family Act.
Intraprendente è stato il nostro amico Girolamo Grammatico, un papà femminista, che ha lanciato sui social la petizione per avere il congedo di Paternità a 3 mesi operativo da subito.
In quasi un mese Girolamo ha già raccolto 30.000 firme e il consenso di molte community di donne.
Avanti papà, c’è in atto una piccola grande rivoluzione che richiede la nostra partecipazione, il raggiungimento di una vera parità di genere.