No alla violenza sulle donne, senza se e senza ma
No alla violenza sulle donne

No alla violenza sulle donne, senza se e senza ma

La giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne esiste dal 1999. Già è raccapricciante che bisogna indire una giornata per sensibilizzare gli amici Cromagnon ancora tra noi all’idea che fare del male a qualcuno non sia esattamente una roba che fa figo, ma se penso anche  che abbiamo dovuto farlo nel 20esimo secolo… ho come un piccolo ictus.
Siamo andati sulla luna, tostiamo il pane grazie all’elettricità e possiamo avere pseudo rapporti sessuali a distanze continentali collegando dei simil organi genitali bluetooth allo smartphone, ma che la nostra libertà finisce dove inizia quella degli altri proprio non riusciamo a farcelo entrare in testa. Ma credo sia normale per un  popolo che, a quanto pare, ha preferito concentrarsi a creare cose bluetooth da infilare da tutt’altra parte.

Generazione di frustrati

Il problema è che siamo una generazione (o due?) di insoddisfatti e frustrati e invece che sfogarci in palestra o su un ring (che li poi magari le portiamo a casa) decidiamo di dare sfogo ai nostri istinti più bassi per strada o tra le mura domestiche. Con persone più deboli di noi, ovviamente. Che quelli più forti poi ci fanno male e oltre alla frustrazione servono i cerotti. 
Sono convinto che chiunque usi violenza (di qualunque tipo) quotidianamente, abbia dentro qualcosa d’irrisolto. Non mi stupirei se avesse subito violenza a sua volta, in qualche modo.

Vi spiego cos’è la violenza di qualsiasi natura per me.

Avete presente il gioco del “ce l’hai”, no? Ecco, la violenza è questa cosa che se la ricevi, in qualche modo, la devi passare.
Non c’è bisogno di scannare due prostitute londinesi come il buon Jack di inizio secolo scorso, basta anche solo mandare a cagare qualcuno al semaforo. Ognuno ha i suoi paletti, i limiti che non vuole (o non è capace a) superare. E meno male. Altrimenti saremmo tutti Pacciani e ne resterebbe soltanto uno. Una sorta di “Highlander, l’ultimo incazzato”.

Storie di tutti i giorni

Diciamo che le vessazioni che subiamo si trasformano in reazione che poi sfoghiamo ognuno a modo nostro, in base alle peculiarità del nostro essere. Quindi ovvio che uno che squarta il vicino è un matto e io che invece mando “solo” a cagare qualcuno al semaforo sono “semplicemente” un tizio nervoso al volante, ma io credo che il meccanismo che innesca la miccia sia lo stesso. Cambiano gli interpreti e, di conseguenza, le reazioni.

Tutto questo per dire che se vogliamo un mondo con meno violenza, dobbiamo cominciare ad essere meno violenti noi per primi. La storia è sempre la stessa. Facile condividere un post su Facebook che dice che le donne non si toccano, cambiare la propria immagine del profilo con quella proposta dal movimento “mee too” (o equivalente) e poi scendere per strada e infamare il primo che non ha respirato come secondo noi – e le nostre credenze o idee – bisognerebbe fare.
Sono tutti santi davanti ai “vasi pieni” degli altri.

Prevenire è meglio che curare

Il fatto che io stia cercando di fare un ragionamento generale rispetto al problema della violenza nella nostra società, non toglie la gravità dei singoli gesti. Capire cos’ha portato qualcuno a menare la moglie, il figlio o il vicino di casa, non cancella il suo reato contro l’umanità (perché io vorrei fosse perseguita così la violenza contro le persone), però potrebbe aiutare a capire come arrivano, alcuni di noi, a compierli quei gesti. E non vi devo insegnare io che bisogna conoscere il nemico per combatterlo. E il nemico non sono le persone, mai. Ma ciò da cui sono afflitte. Vero che se ti procuri un estintore spegni il tuo piccolo incendio domestico, ma se impari quali cose prendono fuoco e in quale modo, eviti di procurarne altri in futuro. Non è la violenza delle reazioni a risolvere la violenza delle azioni. Quella è solo altra violenza. “Ce l’hai!!”

Gli estremismi, in nessun senso, hanno mai risolto qualcosa storicamente. Hanno impattato, questo si. Ma risolto? Direi di no. Hanno sempre portato a qualcosa di peggio. Magari diverso, ma comunque peggio. Se il tuo piccolo estintore domestico ti fa dormire sogni tranquilli senza che tu abbia la minima nozione di antincendio, prima o poi divamperà quello per il quale il tuo estintore ti chiederà di comprargli un estintore. E quanti estintori vorrai comprare prima d’imparare semplicemente che gli stracci prendono fuoco e magari se li tieni lontani dalle fiamme quando vai a pisciare è meglio?

Capire da cosa scaturisce la violenza

Dato che conosco abbastanza il web per sapere già quali saranno i commenti a questa mia teoria, specifico che non giustifico la violenza di nessuno. Fisica, verbale, psicologica.. mai!
Se sei un violento devi pagare la tua violenza. Non per nulla, qualche riga più su, ho proposto che la violenza contro le persone andrebbe inserita tra i crimini contro l’umanità. Però credo sia utile cercare di capire da dove arrivi questa violenza per aiutare altre persone a non essere violente in futuro, oltre a punire chi si è macchiato di un atto di viltà. Inutile inasprire le pene e basta. Su qualunque argomento. La storia ci insegna anche che non sono le punizioni a cambiare la società, ma lo studio delle stessa.
Non è la violenza a cancellare la violenza (per quanto nell’immediato possa essere una risposta più o meno concreta per certi versi) ma lo studio di cosa c’è dietro ad un atto violento. Non è tutto bianco o nero. Non è solo “vittima e carnefice”. Quasi mai. Quasi. I casi in cui uno è semplicemente un matto e della brava gente gli capita nella vita e ne paga le conseguenze ci sono. Anche se io comunque credo che siano davvero pochi quelli che nascono matti. Davvero pochi. Questa società è talmente malata che ti infetta se non sei quasi robotico nelle tue interazioni.

Riflessione

E, tornando a bomba al concetto iniziale, anche quelli di voi che leggono e pensano “io per fortuna non sono stato contagiato perché non picchio la moglie o non ho organizzato con l’amante la dipartita di mio marito” dovrebbero fare un esamino di coscienza un pelo più approfondito. Mi spiego: è impossibile che non si provi il minimo risentimento verso nulla. Tutto quello che succede intorno a te ti piace? Dubito. A qualcuno non piacciono i neri, a qualcun altro i gay, una buona fetta di persone non accetta di respirare la stessa aria di quello del terzo piano che non sa fare la raccolta differenziata e c’è chi non ha problemi con nessuno “però gli zingari vabbè, loro sono un’altra cosa” e questi ultimi,  credetemi, sono la maggior parte. Io sono uno di loro. E non è colpa di Suburra (questa la capisce chi ha visto la serie). La società ci porta a provare risentimento verso qualcosa che non è come noi o le nostre credenze e convinzioni pensano dovrebbe essere. E questa è violenza verso quella cosa. Quindi siamo praticamente tutti contagiati ma, come dicevo all’inizio, reagiamo in base ai nostri paletti, i limiti che non vogliamo (o non siamo capaci a) superare.

Diversificazione

E qui si crea la diversificazione tra chi viene considerato un matto e chi invece un buon cittadino, anche se il suo vicino ha paura ad uscire sul pianerottolo perché l’ultima volta gli ha gridato contro 5 minuti perché si era dimenticato di accompagnare il portone d’ingresso con la mano e l’ha fatto sbattere. Quello si dimenticherà di nuovo di accompagnare il portone con la mano e quei 5 minuti di violenza saranno stati solo ed esclusivamente l’ennesimo atto di una gigantesca partita a “ce l’hai”.
Un “chiudiporta” a molla, in questo caso, potrebbe essere la soluzione alla violenza.

Facciamo un po’ di chiarezza

Io non so se mi sono spiegato bene e allo stesso tempo so che ogni teoria è attaccabile, discutibile e commentabile in mille modi diversi. Quindi mi aspetto (e mi auguro) il dibattito nei commenti. Il pensiero umano è l’ottava meraviglia del mondo, ma è fallace e per questo presta costantemente il fianco a se stesso. Il fatto è che se avessi scritto, per questa giornata, il solito articolo in cui si dice in maniera più o meno poetica  e fine a se stessa che le donne non si toccano neanche con un fiore, mi sarei sentito in difetto proprio verso le donne. Questo è sicuramente uno strascico del mio non sopportare “le giornate di” perché credo che alcune battaglie vadano combattute sempre e da tutti. Per spiegarvi questa cosa dovrei fare un altro articolo, quindi mollo per il momento.

Conclusione

Concludo solo con un concetto chiaro e semplice, che si affianca al ragionamento fatto fin qui, senza offuscarlo, anzi, dandogli forza, centrando però il focus sull’argomento di oggi, visto che sento già dalle vibrazioni che qualcuno di voi si aspettava questa frase nel testo e non l’ha ancora trovata: chi usa violenza sulle donne è una merda.

Ma io, mentre scrivo questo, a mio modo, sono violento. Siamo tutti violenti in qualche modo. E solo noi possiamo diminuire il tasso di violenza della nostra società e aiutare così realmente noi stessi e gli altri. Per questo ho voluto concentrarmi sul ragionamento che avete letto, piuttosto che scrivere quello che oggi avrebbero scritto tutti. Spero sia apprezzato, oltre che discusso.

Francesco Cannadoro – Blogger e autore de “#Cucitialcuore. Diario di un padre fortunato”.

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