Congedo parentale: cari papà niente più scuse!
nuovo congedo parentale

Congedo parentale: cari papà niente più scuse!

La discussione è sempre aperta se è più importante la qualità o la quantità del tempo che si trascorre con i figli. La misura del tempo passato con loro non ha nessuna relazione con la crescita psicologica, emotiva e culturale. Esiste anche uno strumento che aiuta in questo: il congedo parentale.

Cosa dicono gli studi

Diversi studi hanno dimostrato che non c’è nessuna relazione diretta tra il tempo investito e la crescita e il successo futuro dei figli. Questo vale soprattutto per i bambini più piccoli, dai tre agli undici anni. Quello che genera effetti positivi è la qualità del tempo, cioè i minuti e le ore trascorse a fare insieme delle cose, come leggere, consumare i pasti, parlare, discutere, etc. Attività che niente hanno a che vedere col tempo impiegato, vicini sì ma ciascuno col proprio smartphone a scorrere pagine di social network senza nemmeno degnarsi di uno sguardo. E questo succede anche quando si va al ristorante o in pizzeria per trascorrere una serata insieme. Quindi la mera quantità di tempo passata con i figli non ha praticamente nessuna relazione con la loro crescita psicologica, emotiva e culturale.

Tempo in famiglia

È doveroso sottolineare che il fattore tempo non è comunque indifferente nel rapporto con i figli. Per i genitori, soprattutto i papà, è necessario che non nascondersi dietro la comoda convinzione che la quantità del tempo sia assolutamente indifferente rispetto alla qualità. Lo stare con i propri figli è, e deve essere, un piacere non un dovere a cui assolvere per mantenere la coscienza pulita. È importante cogliere fino in fondo e non sprecare l’occasione del piacere di stare insieme ai figli e, dove è possibile, essere disponibili ad alternarsi e collaborare con le mamme nell’ambito della vita domestica. In Italia quasi la metà delle donne che svolgono un’attività lavorativa, dichiarano di avere problemi nel conciliare famiglia e lavoro. 

Cosa dice l’Europa

Soffermandosi su quest’ultimo punto, a partire dalle Direttive della Comunità Europea, fino alle nostre Leggi nazionali, si è provveduto a regolare lo strumento che consente anche ai papà di usufruire dei così detti congedi parentali per poter trascorrere più tempo con i figli, soprattutto nei primi anni di vita. 

Senza entrare nei tecnicismi normativi si fa cenno alla Risoluzione del Parlamento europeo del 13 settembre 2016, la quale dice: “la conciliazione tra vita professionale, privata e familiare deve essere garantita quale diritto fondamentale di tutti, nello spirito della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, con misure che siano disponibili a ogni individuo, non solo alle giovani madri, ai padri o a chi fornisce assistenza”. E ancora: “Si raccomanda agli Stati membri di adottare e/o stimolare gradualmente iniziative che consentano agli uomini e alle donne di conciliare le loro responsabilità professionali con le responsabilità familiari e educative derivanti dalla custodia di bambini» (Raccomandazione 92/241/CEE del Consiglio d’Europa)

Il congedo parentale

In Italia Il congedo parentale è uno strumento volto a favorire la conciliabilità tra il ruolo di genitore e quello di lavoratore, garantendo a entrambi i genitori la possibilità di trascorrere più tempo con i propri figli. Il congedo obbligatorio per il padre lavoratore dipendente privato (articolo 1, comma 342, della legge 27 dicembre 2019, n.160, legge di bilancio 2020) è aumentato a 7 giorni per l’anno solare 2020 ed è fruibile entro 5 mesi dalla nascita o dall’adozione del minore. È prevista la possibilità per il padre di astenersi per un ulteriore giorno, in accordo con la madre e in sostituzione della stessa, in relazione al periodo di astensione obbligatoria spettante a quest’ultima.

Anche in caso di adozione nazionale e internazionale, o di affidamento, i genitori possono utilizzare il congedo parentale. Quest’ultimo può essere fruito dai genitori adottivi e affidatari, qualunque sia l’età del minore, entro 12 anni dal suo ingresso in famiglia, e comunque non oltre il raggiungimento della maggiore età.

Esistono maggiori tutele in altri paesi, soprattutto del Nord Europa come Danimarca, Islanda, Norvegia e Svezia, ma, seppur in modo diverso e certamente meno attento alle necessità di conciliazione, anche in Italia esiste la possibilità di lavorare meno per stare di più con i propri figli.

Perciò cari Papà niente più scuse, leggete il racconto dell’esperienza di papà Gabriele!

Marteddu pedagogista  - congedo parentale

Luigi Gonario Marteddu
Pedagogista, coordinatore di strutture Casa-famiglia per minori, progettista e coordinatore di progetti formativi nelle scuole. Dal 1994 Amministratore e Project Manager di importanti società di formazione, esperto senior nella gestione dei sistemi formativi e delle Human Resources. Consulente di aziende private ed enti pubblici nella gestione delle risorse umane orientate alla conciliazione vita lavoro, al benessere dei dipendenti e delle loro famiglie e alla crescita aziendale. Esperto senior di Orientamento formativo e lavorativo.

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