L’ingresso al nido del proprio figlio è una fase decisamente importante, tanto da far definire l’ambientamento un’esperienza unica non solo per il bambino, ma anche per i suoi genitori.
Il processo di ambientamento / inserimento prevede la partecipazione di un genitore, il quale trascorrerà del tempo, al nido, con suo figlio e l’educatore.
L’ambientamento è diviso per fasi e solitamente, in quella inziale, l’educatore vorrà conoscere la storia del bambino e le sue abitudini, oltre a rispondere alle domande dei genitori.
La presenza di un genitore durante questo processo è importante perché consentirà al papà o alla mamma di osservare il comportamento del loro piccolo e individuare il momento in cui il bimbo possa iniziare a frequentare il nido per l’intera giornata educativa.
Ma vendiamo, nello specifico, la figura del papà durante l’ambientamento del bambino al nido.
L’ambientamento dei bambini al nido: il punto di vista della psicologa
L’ambientamento dei bambini al nido non è un compito esclusivo della madre e questo è confermato anche dalla psicologa Margherita Fassari, la quale, attraverso il recente comunicato stampa di Crescere Insieme, afferma che anche i papà possono essere investiti di tale compito.
La stessa, inoltre, precisa che durante l’ambientamento dei bimbi la figura del padre può addirittura rivelarsi di estrema importanza, in quanto, nella maggior parte dei casi, funge da mediatore tra il bambino e l’asilo.
La mamma, che con il piccolo ha un legame profondo e molto forte, potrebbe infatti non riuscire a mettere in atto comportamenti che, durante la sua assenza, possano rasserenare il bambino, comportando, per via del suo atteggiamento eccessivamente protettivo, un difficile distacco da parte del figlio.
Quale rapporto deve esserci tra mamma e papà durante l’inserimento dei bambini al nido?
La mamma, come è naturale che sia, ha un legame piuttosto forte con il bimbo, motivo per il quale il padre risulta essere quella figura che riesce a vivere l’esperienza dell’ambientamento in maniera più distaccata, essendo in grado di regolare maggiormente l’emotività.
La tranquillità emanata dal papà funge, quindi, da incoraggiamento per il bambino, il quale vive la separazione con serenità.
Ma, per far sì che questo compito possa essere svolto dal padre in maniera idonea, occorre che alla figura paterna venga riconosciuto, dalla mamma, un ruolo fondamentale, cosicché il papà possa assumere il ruolo di mediatore durante il processo di ambientamento del bambino all’asilo.
Ovviamente, tale ruolo deve essere assunto dal papà con entusiasmo e con costanza, in quanto se da parte dello stesso non vi è alcun interesse a partecipare costruttivamente all’ambientamento del bambino in un ambiente nuovo, quale è l’asilo, allora sarebbe meglio lasciare il compito ad una persona che possa garantire una presenza costante.
Pertanto, la dinamica genitoriale, nel caso in cui si scelga di affidare tale compito al papà, deve essere caratterizzata da naturalezza, spontaneità e serenità, elementi piuttosto importanti durante la crescita del bambino.
L’ambientamento del bambino al nido a seconda dell’età
In base all’età, l’ambientamento del bambino all’asilo può essere più o meno difficoltoso.
Nel periodo dagli zero ai tre anni di età, secondo una ricerca condotta da Crescere Insieme – Esperia, l’ambientamento del bambino è caratterizzato da pianti e crisi disperate e le mamme spesso non riescono a lasciare i propri figli in tale situazione, motivo per il quale diviene centrale la figura paterna.
Il papà, infatti, riesce a mantenere quel distacco necessario e importante per far comprendere al bambino che si trova in una ambiente tranquillo e sicuro. La separazione diventa così un incoraggiamento, ecco perché il padre funge da modello di regolazione dell’emotività.
Dai 18 mesi di vita il distacco del bambino dai propri genitori diventa incisivo e questo può far scaturire la cosiddetta ansia da separazione, comportando una diversa reazione nella mamma e nel papà.
Il papà, infatti, riesce a vivere questo momento con maggiore tranquillità, mentre la mamma solitamente è la figura che tende a porre in essere atteggiamenti volti all’avvicinamento.
Il comportamento iperprotettivo della mamma, talvolta può risultare persino dannoso in quanto non trasmette al figlio sicurezza, ma anzi fa sì che il bimbo non maturi interesse per le nuove scoperte e conoscenze.
La continuità durante l’ambientamento del bambino al nido
La presenza della stessa figura durante il processo dell’ambientamento del bimbo all’asilo è importante, in quanto una situazione di paventa discontinuità nell’adempiere non porterebbe a risultati positivi.
Per questo motivo, nel caso in cui l’ambientamento del bambino non possa essere seguito da entrambi i genitori deve essere gestito da una persona che possa occuparsene in maniera costante. Ovviamente la persona che verrà designata del compito di seguire il bambino durante il processo di ambientamento all’asilo dovrà essere un punto di riferimento fondamentale per il piccolo.
Nel caso in cui entrambi i genitori non riescano ad essere presenti in questo momento storico della vita del figlio, è da tenere presente che la continuità con cui un bambino vive la presenza dell’adulto nell’ambientamento prescinde dalla figura che lo accompagna, pertanto, sarebbe necessario valutare se tale compito non debba essere affidato ad una figura terza, quale un nonno, uno zio o una tata.