Terrible two: si salvi chi può!
Esistono due parole che pronunciate insieme hanno il potere di terrorizzare noi papà: Terrible Two, ossia i capricci dei bambini di due anni. Ebbene sì, solo pensarle fa scendere un rivolo di sudore ghiacciato nelle nostre maschie schiene. Perché la crisi dei due anni (terrible two, appunto) quando arriva arriva e non esiste diga, manuale di sopravvivenza urbana o strategia che possa fermare tuo figlio. È lui che, nel giro di una settimana, si è trasformato da tenero pargoletto in Annabelle, la bambola assassina, come sarà potuto accadere?
Come posso prepararti a tale evento? Inizio col dirti che a casa tua riecheggerà una sola parola: no. No, non voglio la minestra, i calzini blu a pois rosa, i codini, il latte a colazione. E poi sarà un no, non mi piace il passeggino, la tutina, le polpette e non mi piaci nemmeno tu. E non provare a dire ad Annabelle alias tuo figlio che le polpette le ha mangiate fino a ieri perché rischi di innescare una guerra che quella dei Roses ti sembrerà un romanzetto d’amore per adolescenti. Io ti ho avvertito!
In realtà tutti abbiamo diritto di pronunciare la parola “No”, compresi i nostri figli. Dire no significa affermare una volontà in modo indipendente rispetto alle opinioni dell’altro.
I terribili due anni, perché sono necessari?
Ma perché arriva questa fase nella crescita di un bambino? Per quanto sia veramente difficile e a volte esasperante gestire un figlio alla prese con i terribili due anni, non dobbiamo mai perdere, secondo me, la capacità di metterci nei suoi panni. In questo momento infatti è forte il desiderio di indipendenza. Tuo figlio non è altro che un piccolo uomo (o donna) che sta cercando di capire e conquistare il mondo che lo circonda con la sua innata curiosità. Purtroppo sperimenta anche la frustrazione derivante dai suoi limiti naturali ovvero il vocabolario che ancora non gli permette di esprimere i suoi pensieri e desideri insieme all’innata capacità di combinare pasticci perché qualche gesto è ancora maldestro.
Di sicuro la rabbia e l’opposizione di tuo figlio sono le manifestazioni più eclatanti dei terrible two, ma se fai attenzione scoprirai che tuo figlio sta iniziando anche a pronunciare la parola io e inizia a riconoscere la propria immagine allo specchio. Questo sta a significare che inizia ad avere la percezione di sè come persona unica, staccata e indipendente dalle figure di riferimento che lo circondano.
Un’altra parola che entra nel vocabolario di questo periodo è mio: non è vero che tuo figlio è viziato o poco generoso, significa solo che sta cercando di far valere la propria identità!
Come faccio a superare i terrible two?
Ok, va bene, i terrible two sono una fase necessaria ma sicuramente ti starai chiedendo come superarla senza lasciare dietro di te l’apocalisse. Il trucco sta nell’incoraggiare l’autonomia del bambino. Chiedigli, ad esempio, se vuole fare quella determinata cosa da solo oppure preferisce il tuo aiuto. Incoraggia la sua indipendenza anche se inevitabilmente combinerà qualche piccolo guaio. Non dimenticare mai che un bambino di questa età agisce soprattutto per imitazione e sai chi è il suo modello preferito? Tu. Non solo, per loro natura i bimbi credono più ai gesti che alle parole e il tuo modo di reagire agli eventi diventerà il loro. Per questo motivo, anche se è difficile, dovresti mantenere la calma di fronte ai loro capricci, cercando di porre un freno fermo ma sereno senza arrabbiarti.
Dai a tuo figlio la possibilità di comprendere la crisi, aiutalo a calmarsi e subito dopo fai in modo che riesca a recuperare le emozioni provate. Fai passare il messaggio: “So che sei arrabbiato, ma non preoccuparti perchè io sono qui per te!”.
Dimenticavo caro Superpapà. Durante i terrible two questi nanetti useranno contro di te un’arma di distruzione di massa ovvero la privazione del sonno. Lo fanno per testare la tua resistenza, tu non mollare, schiaccia un pisolino sul tram, davanti alla televisione o mentre tua suocera parla ma non dargliela vinta, fagli vedere di che pasta sei fatto!