L’Irondad Filippo Minuto si mette ancora in gioco per la ricerca
Filippo MInuto Ironman

L’Irondad Filippo Minuto si mette ancora in gioco per la ricerca

Filippo Minuto, ingegnere genovese di 45 anni è il papà di Guia, bambina che oggi ha quasi sette anni e alla quale nel 2015, quando aveva poco più di tre mesi di vita, è stato diagnosticato un tumore tra i più comuni in età pediatrica: un neuroblastoma.
Adesso Guia sta bene, ma il suo papà continua a pedalare, a nuotare e a correre per sostenere la ricerca scientifica su questo male terribile. Il 17 settembre 2022, Filippo Minuto per la terza volta è in gara nel triathlon Ironman allo scopo di sostenere la ricerca per trovare una cura definitiva al neuroblastoma.

Pochi mesi di vita e già in ospedale

Filippo e sua moglie Isabella hanno una grande e bellissima famiglia: quattro splendidi bambini e il cane Salvia. A un certo punto, però, qualcosa va storto e la loro felicità è stravolta da una tremenda vicenda. Guia, che all’epoca dei fatti aveva appena tre mesi, entra all’ospedale Gaslini di Genova, e rimane lì per circa un anno, mesi durissimi tra interventi chirurgici e trattamenti terapeutici. Il tumore di cui soffre la neonata, il neuroblastoma, è il più diffuso della prima infanzia (rappresenta circa il 7-10% delle neoplasie nei bambini tra 0 e 5 anni) e il più comune tumore extracranico solido in età pediatrica. L’età media in cui è compiuta la diagnosi è 18 mesi e la stragrande maggioranza dei casi è diagnosticata prima del compimento del sesto anno di età.

Il desiderio di fare qualcosa di più

Anche se adesso il peggio sembra essere passato, Filippo Minuto ricorda il doloroso inizio di questo cammino. Guia ha fatto un lungo percorso durato quasi un anno fatto di tanta sofferenza, chemioterapia anche ad alto dosaggio, terapia con cellule staminali, una difficile operazione chirurgica per rimuovere la massa tumorale e infine la radioterapia. Appena sua figlia è stata dimessa dall’ospedale, papà Filippo ha pensato che fosse necessario fare qualcosa non solo per la sua piccina ma anche per tutti gli altri bimbi ammalati. Racconta Filippo che, da quando i medici diagnosticarono il neuroblastoma a Guia, lui decise di iscriversi all’associazione italiana per la lotta al neuroblastoma, nata quasi trent’anni fa dall’iniziativa di un genitore e da dottori che hanno dedicato tutta la vita per trovare una cura a questa patologia.

Papà Filippo si trasforma in IronDad

Tutti i momenti passati al Gaslini di Genova nel reparto di oncologia, in day hospital, in chirurgia e in trapianto, hanno fatto capire a Filippo Minuto IronDad (‘il papà d’acciaio’, com’è stato soprannominato da chi ha conosciuto la sua storia) che la malattia di sua figlia gli ha permesso di scoprire le cose davvero importanti della vita per le quali vale la pena di lottare. Soprattutto, Filippo una volta entrato in contatto con tanti bambini con lo stesso problema di Guia, si è reso conto che non doveva combattere solo per la sua piccola ma anche per tutti quei bimbi come lei. Ecco il perché di ‘IronDad’.

Come è nata l’idea delle gare solidali?

Questo papà supereroe, quindi, non voleva starsene a guardare, ma dare il proprio contributo per la ricerca scientifica e l’associazione (www.neuroblastoma.org). Ironman però non è soltanto il nome di un personaggio dei fumetti ma anche di una competizione di lunga distanza che prevede di compiere 3.8 km a nuoto, 180 km in bicicletta e di correre una maratona di 42.2 km: per un totale complessivo di 226 km. L’idea è nata da Timothy, un caro amico di Filippo che qualche anno prima aveva fatto una cosa simile. Filippo, infatti, aveva confidato a Timothy che, se sua figlia fosse uscita dall’ospedale, lui avrebbe fatto un mezzo Ironman. Timmy allora gli rispose che almeno avrebbe dovuto farlo tutto e così è stato.

Il triathlon per la ricerca

Come accaduto già a Vichy (Francia) nel 2017 e a Cervia (Emilia-Romagna) nel 2019, anche quest’anno Filippo Minuto IronDad parteciperà alla competizione internazionale “Ironman” che si svolgerà sempre a Cervia il 17 settembre, con l’obiettivo di incoraggiare le donazioni per la lotta al Neuroblastoma.
Per lui questa raccolta fondi è molto importante perché a breve i medici dovrebbero confermare la guarigione della piccola Guia e questo sarà il suo ultimo Ironman. A causa del Covid però – confessa Filippo – non è stato possibile allenarsi in modo adeguato e solo da pochi mesi ha ripreso la sua attività sportiva, così da recuperare lo stop imposto dal Coronavirus. Filippo Minuto aggiunge poi che effettuerà una sorta di crowdfunding privato che spera possa diventare ‘virale’ come accaduto già in passato e girare l’Italia augurandosi che in tanti possano divulgare questa iniziativa e coinvolgere tante altre persone così da raccogliere più fondi possibili.

Perché è importante donare

A Vichy FIlippo Minuto IronDad è riuscito a raccogliere donazioni per 76mila euro, mentre in occasione dell’Ironman di Cervia nel 2019 le donazioni hanno toccato quota 100mila euro: fondi devoluti all’associazione per sostenere i progetti di studio di vari centri di eccellenza italiani. Tra questi progetti vi sono, ad esempio, lo studio delle mutazioni genetiche legate all’insorgenza del neuroblastoma, l’immunoterapia, una medicina sempre più individuale e a misura di ogni bambino, e lo sviluppo di farmaci più efficaci e sempre meno invasivi.
Grazie alla ricerca sono stati compiuti grandi progressi e, se negli anni Settanta guariva solo il 10% dei pazienti, oggi riesce a sopravvivere il 70% delle persone colpite dal tumore a cinque anni dalla diagnosi. Nelle forme più gravi, tuttavia, la percentuale di guarigione è ancora troppo bassa (circa il 35%). Per questo motivo è importante donare e appoggiare l’iniziativa di Filippo Minuto IronDad e dell’Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma.

Condividi su facebook
Condividi su twitter
Condividi su linkedin
Condividi su whatsapp