Blue Whale, occhi aperti e niente allarmismi

Blue Whale, occhi aperti e niente allarmismi

In questi giorni la notizia del gioco  – termine sicuramente inadatto – del Blue Whale, sta facendo il giro d’Italia. Ne parlano tutti,  dalle maggiori testate giornalistiche, trasmissioni, siti e, ovviamente, sui canali social.

Tutto è cominciato da un servizio agghiacciante de Le Iene dove si accenna al primo suicidio in Italia a opera di un quindicenne livornese.
Per chi non fosse ancora allineato alla faccenda, il Blue Whale sono una serie di 50 prove (50 giorni) che portano pian piano un adolescente manipolato ad una depressione tale da portarlo al suicidio nell’ultima prova.
In questi giorni noi di Superpapà raccogliamo le giuste preoccupazioni di diversi genitori, molti stanno vivendo nel panico e non vogliamo imitare quei siti che, pur di impressionare in modo incosciente, pubblicano senza ritegno le 50 pericolose e idiote regole di questo brutale rituale.

Il servizio de Le Iene ha portato alla ribalta anche qui in Italia questa situazione anche se non ci sarebbero prove accertare tra un suicidio di un ragazzo di Livorno con questo gioco estremo.

Tutto è cominciato in Russia dove  una stima indica che le morti assurde dovute a questo folle gioco sia di 130 ragazzi.

I genitori intervistati nel servizio non erano di certo attori, dal loro racconto emerge che compagni ed amici erano a conoscenza di ciò che stava accadendo ai loro figli.

Un papà ha persino costituito un gruppo di sostegno per le vittime del Blue Whale . Sono dati inquietanti ma dobbiamo calcolare che, come riporta il sito Snopes (che si occupa proprio di verificare l’attendibilità delle notizie a livello internazionale), la Russia è di per se già un paese con un tasso di suicidi altissimo e, solo nel 2013, i suicidi tra minori sono stati 461 quindi è bene chiedersi: quanto sta incidendo il Blue Whale con le morti di questi poveri ragazzi?!

In queste ore fioccano le smentite per il troppo allarmismo creato tra i genitori italiani, segnaliamo il buon lavoro svolto da Butac con l’articolo Il Blue Whale game e il giornalismo.

Il Corriere della Sera cerca di fare chiarezza con questo articolo. il titolo non lascia spazi a dubbi:  Blue Whale, il gioco del suicidio che molto probabilmente non esiste.

Non è corretto quindi dire che la notizia sia falsa o che la Blue Whale non esista; il Blue Whale  è una vecchia storia che torna improvvisamente d’attualità rimbalzando da un capo del mondo all’altro. Notizie e fonti non verificate si moltiplicano creando non poca confusione e  causando panico tra i genitori, in realtà questa triste storia del Blue Whale assume sempre più i contorni di una leggenda metropolitana.

statistiche blue whaleIn Italia la psicosi viaggia sui social, negli ultimi giorni gli hashtag legati al blue whale sono aumentati a dismisura; ad oggi siamo la nazione che a livello social ne sta parlando di più con il 23,43% e nel mondo l’impennata è stata altissima.

Trattandosi di adolescenti, cosa è bene fare per loro affinché evitino i pericoli della rete?!

Vale la regola d’oro della buona comunicazione, cercare di tenerla sempre attiva, parlare con loro di tutto, del bene e del marcio che c’e’ nel mondo. Mostrarsi sempre disponibili ad ascoltarli, far capire ai nostri figli che per loro c’e’ sempre una porta aperta per accoglierli e sentire i loro problemi; che poi con l’aiuto di mamma e papà quasi sempre si risolvono!

Non fargli mancare mai il nostro amore, il nostro affetto e ricordargli spesso che la vita è un dono prezioso!

 Emiliano Cestola

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