Alimentazione, fertilità e probabilità di concepimento

Alimentazione, fertilità e probabilità di concepimento

Quando una coppia è alla ricerca di una gravidanza dovrebbe approfittarne per prendersi cura del proprio benessere. I motivi sono molti e variegati, alcuni più scontati e altri meno conosciuti. Alimentazione, fertilità e probabilità di concepimento sono strettamente collegati tra di loro.

L’alimentazione e la probabilità di concepimento

Non è possibile stilare una lista di “alimenti sì” e “alimenti no”. Tuttavia la qualità dell’alimentazione nel suo complesso può incidere sulla fertilità (capacità riproduttiva), sia maschile che femminile. È interessante sapere che circa il 30% dei casi di difficoltà nel concepimento di coppia è dovuto a fattori legati all’uomo. Inoltre, negli ultimi 50 anni in Europa si è osservato un peggioramento della qualità del liquido seminale maschile.

Gli studi attuali stanno indagando diverse ipotesi, in quanto è facile credere che sia una coesistenza di fattori la causa di tale andamento. Uno dei fattori studiati è il peso corporeo, strettamente legato allo stile alimentare delle persone. Si è visto infatti che il sovrappeso e l’obesità sono spesso correlate ad una bassa fertilità, anche nell’uomo, quindi il raggiungimento e il mantenimento di un normopeso rappresentano il primo passo per aumentare le probabilità di concepimento.

Cosa si intende per normopeso? I principali studi e le maggiori istituzioni scientifiche utilizzano l’Indice di Massa Corporea (IMC), cioè il rapporto tra peso e altezza (la formula prevede il peso in kg diviso per l’altezza in metri al quadrato). Si considera normopeso un IMC compreso tra 18,5 e 24,9.

L’alimentazione dei genitori prima del concepimento e la salute del nascituro

Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha iniziato ad interessarsi all’effetto che le condizioni di benessere di una coppia, prima del concepimento, possono avere sulla salute della progenie. È presto per ottenere indicazioni per la popolazione, ma i dati lasciano pochi dubbi. Lo stato nutrizionale e il peso corporeo di entrambi i genitori, prima del concepimento, può lasciare una “firma” negli spermatozoi e negli ovociti, che a sua volta può essere ereditata dal bambino. Eventuali condizioni preesistenti al momento del concepimento possono influenzare il suo rischio di sviluppare malattie croniche come diabete e malattie cardiovascolari.

Per la complessità del tema, risulta impossibile, e volendo anche poco sensato, studiare il ruolo di singoli alimenti o nutrienti. Più utile e fattibile è invece lo studio di “stili” alimentari che possano influire positivamente sulla salute di futuri genitori e bambini.

La Dieta Mediterranea ad oggi è il modello di alimentazione che ha mostrato i maggiori vantaggi in termini di salute, abbassando il rischio di sovrappeso e obesità, diabete e malattie cardiovascolari. Si presume quindi che l’aderenza a tale modello possa rappresentare un ottimo strumento per proteggere anche la salute dei bambini in arrivo.

Unica evidenza su singoli nutrienti, per ora, è rappresentata dall’acido folico per le donne, che va integrato già in fase preconcezionale per evitare specifiche malformazioni del feto. In questo caso i papà possono ricordarlo alle mamme!

Le buone abitudini vanno coltivate

È stata citata la Dieta Mediterranea, ma cosa si intende nella pratica di tutti i giorni?

Consumare ad ogni pasto una fonte di carboidrati a scelta tra cereali in chicco (orzo, farro, riso integrale), oppure derivati come pasta e pane integrale. Unire sempre ai cereali una fonte di proteine salutari, prediligendo il pesce azzurro e i legumi, a rotazione con uova, formaggi freschi e carni bianche.

Consumare con moderazione carne rossa e limitare i salumi e gli insaccati. Accompagnare sempre con abbondanti verdure e condire con olio extravergine di oliva, condimento mediterraneo per eccellenza. Non consumare regolarmente snack dolci o salati. Preferire la frutta fresca come spuntino, oppure un po’ di frutta a guscio o del cioccolato fondente al 70%.

Il bicchiere di vino a pasto? Non è fondamentale. Se piace può essere consumato. L’accortezza è di non superare i due bicchieri al giorno e di non condividerlo con la compagna se si sta cercando una gravidanza. Esistono infatti effetti negativi dell’etanolo sul feto già dai suoi primissimi giorni di vita.

Oltre all’alimentazione, la Dieta Mediterranea prevede uno stile di vita attivo che, idealmente, andrebbe accompagnato con l’astinenza dal fumo di sigaretta. 

Spesso con l’arrivo di un bebè i genitori cercano di modificare le proprie abitudini alimentari in vista dello svezzamento e dell’esempio che potranno dare al loro bambino. Non bisogna però sottovalutare che nel vortice del cambiamento che spesso travolge i neo-genitori, può essere difficile riuscire a modificare con successo vecchie abitudini ben radicate. Perché, allora, non pensarci prima? Iniziare il cambiamento verso un’alimentazione globalmente più sana prima del concepimento può sia aiutare la fertilità della coppia sia consolidare nel tempo un nuovo stile alimentare che gioverà a tutta la futura famiglia.

Informazioni e iscrizioni

Lunedì 17 febbraio alle 17.00 presso l’Aula Magna della Clinica Mangiagalli, in via della Commenda 12 si terrà “Preservare la fertilità anche a tavola”, un incontro aperto al pubblico dedicato a future mamme e papà.

Interverranno Edgardo Somigliana, Direttore del Centro di PMA al Policlinico di Milano, Stefania Noli, ginecologa, Francesca Ghelfi, nutrizionista.

Per iscrizioni bit.ly/dietaefertilita

L’incontro si inserisce all’interno del ciclo “Aggiungi un posto a tavola”, una serie di appuntamenti dedicati alla dieta ideale per (futuri) genitori e bambini organizzato da Fondazione De Marchi in collaborazione con il Policlinico di Milano.

Francesca Ghelfi, nutrizionista Fondazione De Marchi

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