Esce oggi giovedì 5 dicembre in tutte le sale italiane “Un sogno per Papà”, la storia del piccolo Theo, Maleaume Paquin, che cerca di riavvicinarsi a suo padre Laurent interpretato egregiamente da Francois Damiens; il tutto ambientato in un paese del Nord della Francia.
Noi di Superpapà siamo stati invitati per l’anteprima stampa al Palazzo del Cinema Anteo di Milano.
Tante tematiche si intrecciano in questo racconto: c’è il dramma della separazione e della perdita del lavoro di papà Laurent che, in breve tempo, diventa un emarginato della società. C’è la maturità e la consapevolezza di un ragazzino che vorrebbe un padre più presente e felice. E non ci pensa due volte a inventarsi una bugia bianca, una menzogna a fin di bene: sapendo che il padre è appassionato di calcio come lui fa credere a tutti di essere stato selezionato per una squadra importante e storica come l’Arsenal, con tanto di ingaggio in Inghilterra.
Papà Laurent è un papà goffo, che a volte alza un po’ il gomito. Nelle partite di calcio del figlio si rende ridicolo urlando e sbraitando contro arbitri e avversari. È una situazione grottesca ma purtroppo è quello che avviene ogni weekend sui campetti di calcio delle squadre giovanili con giocatori di ogni età, dai pulcini agli allievi.
Ho apprezzato molto il tentativo del film di ridare al calcio il suo giusto valore, ovvero quello di collante sociale; il gioco del calcio anima i quartieri, le strade, i paesi di periferia. Ovunque si giochi a calcio ci sono legami che si creano. E noi genitori interferiamo troppo nelle partite dei nostri figli, il messaggio valorizzato anche dalla Lega Nazionale Dilettanti è che in fondo il calcio rimane un gioco.
“Alla radice di tutto c’è che i ragazzini si devono divertire a giocare a calcio” cit. Johan Cruijff
Ci sono tanti personaggi positivi in questo bel racconto: c’è l’allenatore di calcio che insegna con passione ai ragazzini, c’è l’assistente sociale che lavora con devozione affinché si risolvano i drammi familiari. Ci sono gli amici che fan di tutto per sostenere e consigliare il piccolo Theo. Infine tanto di cappello per il nuovo compagno della mamma: corretto e indiscreto, mai invadente, armonizza gli equilibri di questa famiglia allargata.
E il ragazzino protagonista Theo dimostra una maturità e un talento inusuali per la sua età. Viene da tutti soprannominato “formica” per via della sua statura minuta tanto da non essere preso in considerazione dai reclutatori dell’Arsenal. Ma la “formica” dimostra una forza innata, non si dispera, perso un obbiettivo ne punta ad un altro. E fa di tutto per rendere felice e orgoglioso di lui suo padre Laurent e tutte le persone che gli ruotano attorno: dalla mamma e il suo nuovo fidanzato all’allenatore, dai suoi compagni di scuola all’amico barista, tutti sognano l’ingaggio di Theo nella mitica squadra inglese dell’Arsenal mentre quello che desidera più al mondo il ragazzo è fare uscire dal tunnel il suo papà Laurent per tornare ad avere con lui un rapporto speciale.
“Se alla fine non mi prendono all’Arsenal, possiamo continuare a venire qui e stare un po’ insieme?!” Theo
Forse è scontato scriverlo, ma questo è un film da vedere tutti insieme appassionatamente in famiglia!