Salentour 4 Fun

Un’agenzia viaggi decisamente particolare

Per il taglio dell’offerta, che si rivolge agli studenti, ma anche per quella che è stata la sua genesi, proprio all’interno del mondo scolastico. Stiamo parlando di Salentour 4 Fun, start up nata a Lecce, tra i banchi dell’Istituto Galilei-Costa, sotto il coordinamento del professor Daniele Manni, docente di informatica, in corsa nei mesi scorsi per il Global Teacher Prize, riconoscimento mondiale dedicati agli insegnanti.

E proprio il professor Manni ci ha gentilmente dedicato il suo tempo per rispondere ad alcune domande sul progetto e, più in generale, sul suo rapporto con gli studenti.

Come nasce Salentour 4 Fun?

OLYMPUS DIGITAL CAMERAOgni anno, in ogni classe, diamo vita ad un progetto che vede impegnati gli studenti per 1 o 2 anni in progetti di ogni genere e natura, molti di questi sono delle giovani start up imprenditoriali. Nella classe 4° AFM quest’anno abbiamo “perso” un paio di settimane nell’individuare l’idea giusta, quella che potesse piacere ai ragazzi e, allo stesso tempo, essere utile e, possibilmente, proficua. È così che, tra le varie proposte, ha avuta la meglio l’idea di “Salentour 4 Fun”, ossia la creazione di una vera e propria agenzia dedicata all’incoming di gite scolastiche a Lecce e nel Salento. Sebbene questo territorio stia attirando sempre più scolaresche, non esisteva alcuna entità che organizzasse logisticamente e in loco la permanenza dei ragazzi o che, meglio ancora, incentivasse e sviluppasse ulteriormente l’attività.

Quanti studenti partecipano al progetto?

A questo progetto partecipa l’intera classe in quanto i compiti da svolgere sono tanti e vari. I ragazzi si sono divisi in gruppi, tra chi si preoccupa delle relazioni con gli hotel ed i ristoranti, chi si sta specializzando sulle location culturali ed artistiche da visitare ma anche, come fa capire il termine “fun”, chi individua tutto ciò che si può fare di divertente una volta qui. Non mancano poi il gruppo che ha l’incarico di curare il marketing ed i rapporti con i potenziali clienti, ossia le scuole, ed il team specializzato nella comunicazione, sia per quanto concerne i media che ai contenuti del sito web e delle mail.

Questa start-up pare confermare che imprenditori non si nasce, ma si diventa. Quale genere di conoscenze devono apprendere in particolare i giovani per poter accedere a questo mondo e competere sul mercato?

Apprendono (e sbagliano) sul campo. Voglio dire che, oltre alle nozioni base che ricevono dalle normali lezioni in aula, svolgendo queste attività i ragazzi si trovano spessissimo a fare delle scelte, strategiche, creative, d’immagine e, applicandole, scoprono subito se sono azzeccate oppure no e, in quest’ultimo caso, correggono il tiro. È il mercato che ti insegna a diventare imprenditore, il vantaggio che offre questo nostro modo di fare scuola qui al Galilei-Costa è che si anticipano i tempi, i giovani hanno l’opportunità di confrontarsi con l’imprenditoria ed il mercato già a partire dai 15/16 anni.

Quando sarà attivo il sito web? Quale target avrà?

Il sito è quasi ultimato, dato che siamo in giugno e l’anno scolastico è al termine, sfrutteremo i mesi estivi per ultimare i dettagli ed essere pronti ad offrire i nostri servizi a partire dall’autunno. Per il primo anno di attività, pensiamo di rivolgere la nostra attenzione principalmente alle scolaresche dai 12 ai 18 anni (scuole medie e superiori) di ogni regione d’Italia, proponendo soggiorni da 1 a 4 giorni. Per gli anni futuri pensiamo poi di rivolgerci anche all’estero, sarebbe fantastico riuscire a portare in Salento studenti francesi, inglesi, tedeschi e spagnoli, magari convincendoli poi a tornare con genitori, parenti e amici.

La sua esperienza dimostra che il coinvolgimento diretto dei giovani in progetti anche ambiziosi può avere riscontri importanti in termini di attenzione e impegno degli stessi ragazzi. Questa potrebbe essere una strada percorribile anche a livello nazionale sul versante scolastico?

Assolutamente sì, sperimento ormai da più di dieci anni che, quando i ragazzi vengono coinvolti in prima persona in progetti reali, che interagiscono con il territorio e con tutto il mondo esterno alla scuola, danno il meglio di se stessi. Sono propositivi (e non inermi), sono attenti (e non apatici) e hanno piacere e voglia di venire a scuola. Quest’ultima constatazione la dice lunga.

Lei è molto apprezzato dai suoi studenti. Ha un segreto da condividere con noi?

Nessun segreto, mi pongo come obiettivo che tutti, nessuno escluso, possano partecipare al percorso di crescita che ho intenzione di far seguire, appena noto un possibile “fallimento”, anch’io, a mia volta, correggo il tiro e sperimento immediatamente altre strade.

 

 Emanuel Di Marco

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