Il libro “Non c’è un cane”, tratta la storia di Achille e Zoe, due fratelli che vivono a Collerotondo, un paesino abruzzese, lontano dalla città.
Qui trascorrono la propria vita in tranquillità insieme ai genitori, ma, come si deduce fin dalle prime pagine, sono ai limiti della noia, essendo “dispersi” in campagna lontani dal centro città.
Zoe vorrebbe essere più indipendente, per questo chiede spesso le venga regalato il motorino, così da poter uscire con le amiche e muoversi senza le attese interminabili alla fermata del bus.
Mamma e papà però non pensano sia una buona idea e continuano a rimandare il suo desiderio con varie scuse.
Suo fratello, invece, è l’unico della classe a non avere ancora il cellulare e passa il tempo libero in cucina, tra esperimenti culinari con ingredienti che spesso i genitori faticano a reperire; sforna dolci di ogni tipo e mette all’ingrasso suo padre, che proprio non sa resistere e si presta al ruolo di “assaggiatore ufficiale”.
L’investigatrice privata
Parallelamente, nel racconto, troviamo il personaggio di Liana Salvadori, investigatrice privata, ex poliziotta, appartenente all’Associazione Persone Ipovedenti.
Le riunioni dell’Associazione sono ospitate mensilmente a casa di una vedova, la quale conserva migliaia di oggetti d’antiquariato come statue, quadri, sculture, tutti appartenuti al defunto marito e che sono spesso d’intralcio.
Il bene più prezioso della ricca signora, però, è un cane di nome Jeroboam che tratta al pari di un figlio, e che, puntualmente, viene calpestato dai suoi ospiti perché sempre tra i piedi!.
Sparisce il cane
Ebbene, un giorno, accade qualcosa che sconvolge le vite dei due ragazzi: è sparito il piccolo Jeroboam, si tratta di rapimento? C’è del lavoro straordinario per l’investigatrice Liana!
Chissà che sia l’occasione giusta per uscire dal logorio delle loro noiose giornate?
Perché leggere “Non c’è un cane”
“Non c’è un cane” è un testo avvincente, che cattura subito l’attenzione accrescendo, pagina dopo pagina, la curiosità dei ragazzi.
Ha un linguaggio curato, a volte quasi adulto, che permette ai giovani lettori di interrogarsi su termini (come i nomi di alcuni arredi presenti nella casa della vedova) o eventi che possono essere non del tutto familiari, aprendo la mente nell’apprendere cose nuove e fuori dall’ordinario.
Al contempo, i dialoghi tra i personaggi, spesso divertenti e pungenti (come il dialogo tra Zoe e il padre riguardo l’analisi di antologia e il richiamo a Frankenstein del capitolo due), alleggeriscono la lettura, rendendola scorrevole e interessante.
Vi è anche riferimento ad alcuni avvenimenti contemporanei, come per esempio una citazione sul Covid, spunto che ricorda inconsciamente ai giovani lettori quanto passato sulla propria pelle e fa si che non ci si dimentichi di quanto vissuto, come i momenti di isolamento; questo fa immedesimare ancor più nei protagonisti, i quali hanno voglia di libertà e novità, abitando appunto isolati rispetto ai coetanei.
Libro consigliato dai 10 anni in su
E’ un libro che consigliato a ragazzi dai 10 anni in su, amanti del genere “thriller/giallo”, trattandosi di un testo dalla trama abbastanza articolata, con lo scopo di mantenere alta la suspense nel lettore.
“Non c’è un cane” è un racconto per ragazzi edito da Mondadori, scritto da Marco Malvaldi, famoso scrittore di libri gialli (tra cui la raccolta di romanzi “Sei casi Al BarLume” i quali hanno poi ispirato la fortunata serie televisiva), insieme alla moglie Samantha Bruzzone.