Quell’anno l’afa e il caldo non davano tregua. Era il 15 di agosto e io guidavo velocemente alla ricerca di un bar. I minuti passavano e la fronte imperlava di sudore la mia fronte, i battiti del cuore danzavano al ritmo di “Despacito” e le cicale sembravano dirmi “Ma ‘ndo vai?”. Vallo a spiegare a quelle simpatiche chiacchierone che stavo compiendo una missione degna del miglior Indiana Jones. Soltanto che io non stavo inseguendo la pietra verde, ma…una merendina! Hai presente quelle al rum e all’arancia, ricoperte di uno strato di cioccolato? Ecco, proprio quelle.
Lo so, cercarle d’agosto è un crimine che dovrebbe essere punito con i lavori forzati presso un dietologo vegano. Ma la missione mi era stata affidata dal Capo di Stato Maggiore, cioè il capo di casa mia alias mia moglie. Incinta. All’ottavo mese. Con un desiderio insaziabile di merendina al cioccolato e arancia. “E se poi nasce con la voglia di trancetto sulla fronte?” Non sia mai! E così sono partito, in un giorno in cui manco le formiche lavorano.
La scena ti sembra famigliare? Alzi la mano il papà che non si è trovato a dover fronteggiare le richieste più strane da parte della propria compagna incinta. Del resto lo sappiamo, siamo i loro pilastri, le colonne d’Ercole che stendono un tappeto morbido dove poggiare i loro amabili piedini durante i fatidici nove mesi. La gravidanza non è uno scherzo. La pancia custodisce il più bello dei segreti e a noi, spettatori non paganti, spetta il ruolo di amabili funamboli, sempre in bilico tra uno sbalzo ormonale e una fetta di cocomero alle tre di mattina. D’inverno però.
E le ecografie? Hai presente quando lei inizia a piangere appena la sonda si posa sulla pancia mentre tu stai per chiedere al dottore se hanno problemi con l’antenna centralizzata viste le immagini in bianco e nero e pure sfocate? Ebbene, lei ti ha preceduto, ha già capito tutto, ha messo al posto giusto piedini e manine e trovato somiglianze fino alla terza generazione del tuo (anzi del suo) albero genealogico. Ha bisogno di te in quel momento perché ha paura. Paura che quel minuscolo fagottino abbia qualche problema. E allora ti stringe forte la mano, per essere rassicurata. E tu ti senti un gigante.
La donna in gravidanza pianifica anche i tuoi respiri, tra uno sbalzo ormonale e l’altro. E’ capacissima di venire da te con il corredino già comprato e chiederti “Che ne pensi?” mentre lo ripone soddisfatta nel cassetto. Non ha importanza cosa ne pensi, lei ha già scelto tutto, dal nome, allo sport che farà, alla scuola, alle fidanzate. Ma chiederà sempre il tuo parere. Sarà compito tuo allora guardare l’orizzonte con aria assorta, grattartii il mento e rispondere “Cara, sono d’accordo con te”.
Perché in fondo lo sai, prendersi cura della tua compagna incinta non è poi così difficile. Basta guardarla negli occhi per essere travolti da emozioni incredibili. Del resto, te lo avevano annunciato quelle due lineette rosa sullo stick. Niente sarà più lo stesso. La vostra vita insieme, le sue vene varicose, le nottate in bianco, le ore trascorse a guardare inebetiti barattoli di omogeneizzati perché per lui desiderate solo il meglio.
Vuoi sapere se ho trovato la merendina? Alla fine ho recuperato l’unico esemplare sudato in uno scalcinato distributore di un altrettanto scalcinato bar di periferia. È stata un’impresa, ma almeno alla fine mio figlio non è nato con la voglia di merendina in fronte!