Papà, il nonno non mi riconosce, che succede?
L’Alzheimer è una malattia che non coinvolge solo il malato ma l’intera
famiglia che lo circonda. È importante non tenere all’ oscuro di quanto sta
accadendo al nonno, ai nostri figli, bensì dialogare con loro e
spiegargli che il nonno ha questa malattia e che – a volte – potrebbe non
riconoscerli, ma non per questo volergli meno bene. Anche far sentire coinvolti
nel processo di “guarigione” della nonna i bambini può farli sentire
inclusi e meno soli.
Mai sottovalutare la resilienza dei nostri figli
Molti di noi papà sono giustamente combattuti nella scelta di mettere al corrente i nostri figli sulle condizioni del nonno, ma non dobbiamo però fare l’errore di sottovalutare l’intelligenza, la prontezza di riflessi, la sensibilità e soprattutto la resilienza dei nostri figli, sapranno davvero sorprenderci nelle loro reazioni.
Scegliere il giusto linguaggio ma non indorare la pillola
Il linguaggio giusto da usare nel raccontare ai nostri figli la verità
sulle condizioni del nonno è necessario, ad ogni età dovrà corrispondere
un lessico, eventuali tecnicismi o metafore. Ma l’importante è non indorare la
pillola, non ridimensionare il problema rendendolo meno grave di quello
che è, potremmo fare l’errore di creare nel bambino l’aspettativa di una
guarigione totale, che non avverrà. Nostro figlio si sentirà deluso e tenderà a
non fidarsi più della nostra parola, a causa di questa bugia bianca.
Concentrarsi più sulle cose che il nonno può ancora fare e non su quelle che non è più in grado di fare
L’Alzheimer, come tutte le malattie neurodegenerative, ha un decorso
nel tempo, la demenza avanzerà e con essa diminuiranno le azioni che il
paziente sarà ancora in grado di fare autonomamente. Ma non accorciamoci la
vita, invece di concentrare – nei racconti ai nostri figli – la nostra
attenzione su cosa il nonno non può fare, raccontiamo cosa può ancora fare e
di come lo fa ancora più buffamente, come di quella volta che ha lasciato
il telecomando della tv nel frigorifero.
Papà anche tu da grande diventerai come il nonno?
Un altro punto da spiegare ai nostri figli è che questa malattia non è
contagiosa. Il fattore genetico è da considerare, se il malato è uno dei
nostri genitori, ma per adesso questo aspetto può essere omesso. Va bene la
sincerità a tutto tondo con i nostri figli, ma è ancora presto per pensare
ad una eventualità del genere, soprattutto in questa fase di
destabilizzazione per loro.