“Tu preferisci lui/lei a me!”. Ma…esiste il “figlio preferito” ?!

“Tu preferisci lui/lei a me!”. Ma…esiste il “figlio preferito” ?!

Quante gelosie … i figli lo sanno, noi no (o non lo ammettiamo).

Tra i genitori moderni esiste un tabù, un argomento che tutti sappiamo esistere ma che nessuno ammette: la preferenza verso uno dei figli. Tutti i genitori negano che esista una preferenza tra i figli, e più i figli sono piccoli (sotto i 5 anni) più c’è la convinzione che non è una cosa che può succedere (almeno non a loro).

La realtà (e gli studi scientifici) dimostrano, però, il contrario.

Non solo esiste un “figlio preferito” ma i figli lo sanno e lo riconoscono. Prima di restare senza fiato, occorre fare una distinzione: preferire un figlio non significa amarlo di più. Significa essere più “vicino psicologicamente” a lui/lei, e questo non incide sull’amore che si prova, ma più su come ci si comporta.

I figli non sono tutti uguali, già dal momento della nascita. Con un primo figlio, di solito, siamo più insicuri, e questo fa sì che riversiamo su di lui/lei maggiori attenzioni che ci aiutano a sentirci più adeguati come genitori, cosa che non succede con gli altri figli. Anche il momento della nascita può influire, un figlio tanto atteso evocherà in noi reazioni emotive diverse rispetto a uno arrivato a sorpresa, come un parto difficile può lasciare alla mamma una rabbia e delusione che richiedono più tempo per essere smaltite, cosa che con un parto andato bene non avviene. Anche la coppia è un fattore da tenere in considerazione, ci sono “figli che uniscono e figli che dividono” (non perché siano i figli a farlo ma perché la coppia attraversa fasi diverse e magari un figlio può nascere in una fase difficile per la coppia).

Padre e figlio insieme

 

E poi ci sono loro. I nostri figli. Con il loro carattere e la loro personalità. Ed è questo che fa la vera differenza. Studi scientifici hanno dimostrato come la preferenza verso un figlio vada per il 65% al primo figlio e per l’80% al figlio che sentiamo più simile a noi caratterialmente e fisicamente (e questo è più evidente mano a mano che i figli crescono e strutturano una loro personalità).

Davanti a loro non lo ammetteremo mai (anche se loro lo sanno benissimo) ma in cuor nostro un pensiero lo possiamo fare a quanto uno ci sfinisce, lo sentiamo più sfuggente e a quanto con un altro “è tutto più facile”. E se non riusciamo ad ammetterlo perché il solo pensiero ci fa venire i sensi di colpa, ricordiamo che preferire un figlio non significa amarlo di più, che a un padre che si sente più vicino a un figlio corrisponde una madre che ne sente più vicino un altro, e che non sempre il “preferito” è quello che ha vita più facile, anzi.

E quando arriverà la pesante accusa “tu preferisci lui/lei a me”, per togliervi dall’impiccio potete rispondere (dopo un grande respiro) che “non è che lo preferisco, con lui/lei vado più d’accordo su alcune cose, ma con te mi piace farne altre”. Perché, se c’è un figlio preferito, non è assolutamente vero che ce ne è uno meno amato.

 

Anzi, ogni figlio è unico, ed è proprio considerando questa unicità che si riesce a calibrare meglio le attenzioni tra i figli.

 

 

Paola FranPaola Lattanzicesca Lattanzi

Sono psicologa, psicoterapeuta familiare e mamma alla terza di una piccola squadra al femminile. Grazie alla mia professione e alla triplice esperienza della maternità, ho approfondito molto i temi legati al momento in cui si diventa genitori, con tutte le emozioni e le paure collegate a questo importante stravolgimento di vita. Attualmente dedico gran parte del mio lavoro a supportare i genitori (sia quelli che lo sono da poco che quelli che pensano di diventare nonni a breve).

 

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