Genitori 2.0: le chat di classe, un aiuto o uno stress ulteriore per noi papà?
Ci siamo, le scuole sono ricominciate e noi papà ci ritroviamo già inseriti in almeno un paio di gruppi whatsapp di classe. Il consueto gruppo “III B” vedrà mutato il suo nome in “IV B” e le domande inizieranno ad arrivare costanti. Il ritiro della lista dei libri, il cambio del rigo del quaderno nel passaggio alla classe successiva, e le penne le compriamo ancora cancellabili o meglio puntare sulla classica con la punta a sfera? Dubbi che sembrano insormontabili, eppure un manuale per l’uso delle chat di classe dovrebbe esistere, almeno quello basato sul buonsenso.
Sopravvivere alla chat di classe? Basta prenderla con ironia
La regola da ricordare è che non siamo una comitiva di amici, ma
genitori che si scambiano informazioni e supporto per rendere migliore la vita
dei nostri figli a scuola. Come rispondere alla mamma che al mattino ti inoltra
la gif del solito gattino che ti augura buongiorno? Con una battuta. Non serve
essere trancianti, sono pur sempre i genitori di un amichetto di nostro figlio,
un clima pesante fra noi adulti non gioverà alla loro amicizia.
“Chi vuole fare il rappresentante di classe quest’anno?”
La scelta del rappresentante di classe è un quesito dibattuto quasi quanto la
scelta del Presidente della Repubblica. Si tratta di un ruolo autorevole, il
portavoce degli altri genitori con il corpo docente ed il preside. Un
consiglio: mettiamoci in gioco soltanto se realmente abbiamo tempo a
disposizione, altrimenti demandiamo pure a quella mamma che avrà
sicuramente l’attitudine comunicativa giusta, e tanto tempo da impiegare per
tale attività.
Silenziare la chat di gruppo e controllare le notifiche solo a fine giornata
Una classe di venti ragazzi significherà una chat di almeno venti genitori.
Anche solo un messaggio da ognuno di noi partecipanti vorrà dire venti messaggi
durante il giorno, cosa non sempre compatibile con i tempi del nostro lavoro o
della nostra quotidianità. Silenziare il gruppo è sicuramente un’idea, a
patto che però la sera diamo una controllata, per evitare di restare
isolati e non avere potere decisionale nei confronti delle decisioni che
riguardano pur sempre anche i nostri figli.
Nessuna urgenza nelle risposte
Ci sentiamo sotto pressione se non rispondiamo all’istante alla richiesta di
una mamma allarmata perchè il figlio non ha preso bene l’assegno a scuola?
Pensiamo che dieci anni fa WhatsApp non esisteva, noi usavamo i diari
per prendere i compiti a casa e siamo riusciti lo stesso a completare gli
studi. Forse anche stare troppo addosso (e a disposizione) ai nostri
figli non è un buon modo per responsabilizzarli.