Dopo il divorzio, ricostruire una nuova immagine di sé
dopo il divorzio

Dopo il divorzio, ricostruire una nuova immagine di sé

Quando è finito il mio matrimonio quella che credevo essere la mia vera identità si è estinta assieme all’idea di come immaginavo dovesse essere e comportarsi un marito, un padre.  Penso che la stessa cosa possa essere accaduta a molti di voi. Siamo in tanti ad essere passati attraverso a una separazione prima e un divorzio poi e, da quel che leggo, in molti, hanno dovuto affrontare momenti difficili alla ricerca di una nuova identità.

Accettare il cambiamento non è stato un percorso facile.

Prima di sposarmi avevo fantasticato tanto sul mio futuro e su quella che sarebbe stata la mia famiglia felice.  Di indole spensierata sono sempre stato un uomo allegro e curioso, aperto al mondo e alle novità.

I miei fine settimana erano sempre intasati: attività, amici e uscite. Ero un essere autonomo e non ho mai avuto grossi problemi a relazionarmi col mondo esterno alla ricerca di ciò che mi piaceva veramente. Immaginavo di sapere cosa volevo dalla vita.

Dopo il divorzio sono cambiato

Ho passato periodi bui e complicati soprattutto nei primi mesi della separazione. Non sapevo più chi fossi come individuo e per lungo tempo ho smesso di sognare, di desiderare e di credere in me stesso.

Non mi riconoscevo più, ero diventato un altro e non riuscivo ad accettarlo. 

Avevo una figlia ma non vivevo con lei, avevo una ex moglie e non capivo il perché di tanta rabbia, avevo amici che non vedevo più e tante energie spese in una casa non più mia.

Capitava spesso di ritrovarmi solo a fissare il soffitto della mansarda nella quale ero tornato a vivere, e dove, con quella che sarebbe diventata poi mia moglie, avevo convissuto prima di sposarmi. In quello stesso posto terminati gli studi universitari avevo trascorso i miei primi anni di lavoro all’interno di un’importante agenzia di eventi. Tornare lì, nonostante la fortuna di possedere una casa, rappresentava ai miei occhi l’espressione del fallimento.

Un senso di inadeguatezza mi pervadeva e io non sapevo come ripartire. Ho dovuto ricostruirmi e non è stato facile! Ecco cosa ho imparato.

Il Self Help è utile

Dedicarsi all’auto-miglioramento aiuta a tenere a bada l’insicurezza, l’ansia. 

La stessa che arriva, inattesa, il giorno dell’anniversario del tuo  matrimonio con la lettera dell’Avvocato che te ne comunica la fine. Un pugno nello stomaco e tu, spaesato, non sai che fare perché quel che accade non dipende in maniera esclusiva da te. E’ questo il momento in cui devi allenare la tua resilienza.

Hai la necessità di reagire e devi farlo in maniera costruttiva; se sbagli finirai per farti assorbire da quel buco nero che si chiama legge 54/2006. Una Legge obsoleta che solo sulla carta garantisce uguaglianza genitoriale e il rispetto dell’interesse assoluto del minore.

Io non mi sono rassegnato, mi sono dato all’azione partendo da una frase che avevo letto anni prima in un libro di crescita personale: “Non c’è niente di nobile nell’essere superiore a qualche altro uomo. La vera nobiltà sta nell’essere superiore al tuo sé precedente”.  

Ho lavorato su me stesso sfruttando tutti gli strumenti utili a supportare l’attività. Facilmente rintracciabili in rete, sono centinaia, se non migliaia, i libri, i podcast, i video che trattano  la tematica. Molti di questi sono gratuiti e vengono forniti da professionisti esperti di psicologia, giuristi e coach relazionali che trattano con grande serietà e semplicità i temi legati alla separazione o più in generale alla crisi di coppia. 

Basta aver voglia di mettersi a lavorare e il Self-Help può essere davvero utile! Io grazie al testo “Due nidi”di Laurence Anholt, sono riuscito a raccontare a mia figlia di tre anni che si può essere felici anche vivendo separati e in due case. 

Il tempo libero è prezioso

Ora che ero nuovamente single avevo un sacco di tempo libero! Nella precedente vita tra lavoro e famiglia restava poco per le mie passioni e hobby. 

Un primo momento l’ho passato chiuso in casa: guardavo fisso il soffitto, mangiavo solo pizza surgelata e mi aggiravo come un animale in gabbia senza capire che in realtà la vita mi aveva offerto una seconda chance.

Quando ho iniziato a realizzare che potevo impiegare al meglio il mio tempo, recuperata la passione per il bricolage, la mansardina a misura di single nella quale vivevo si è velocemente trasformata in uno splendido castello colorato. Perfetto per la mia dolce Camilla, uno spazio sereno per il nuovo rapporto one-to-one che doveva crescere e alimentarsi di tempo di qualità. 

Lentamente tornavo a sorridere. Il tutto è successo in maniera automatica quando ho iniziato a realizzare che non ero più il partner di nessuno e quando ho smesso di rimuginare sul fatto che ero solo.

Il tempo era tutto mio ora! La rivoluzione era in atto. 

Un corso di fotografia, una scuola di cucina, un nuovo allenamento sono iniziative utili per tornare vivere.

Mi sono iscritto a un corso di ballo, il surf mi aspettava nei week end al mare e un viaggio last minute in  Marocco mi porta a meditare sul presente e sul mio futuro. In quell’estate nasceva l’idea di 2houses.com al quale ho dedicato centinaia di notti insonni e grazie alla quale sono qui oggi a scrivere per Superpapà.

Il passato è passato

È grazie al nuovo che avanza che diventa più facile ricominciare a sorridere.

Ho rivisitato il vecchio per scoprire che non mi piaceva più e che era finalmente giunto il momento di focalizzarsi sul nuovo. Mi ero fossilizzato sull’idea che avevo della famiglia, di come dovesse essere un matrimonio, di che tipo di casa dovevo avere, di cosa si aspettavano gli altri da me.

In tutti quegli anni mi ero dimenticato di chiedermi cosa volessi veramente dalla mia vita. Solo ora che avevo sbattuto contro un muro a duecento all’ora capivo. Lentamente accettavo il passato e la parte migliore di me faceva capolino. Ci ho messo un po’ a salutare il vecchio Me e quando è successo tutto ha iniziato a girare per il verso giusto. Quella parte era andata per sempre e io accettavo il mio passato senza giudizi.  L’accettazione ha lentamente sciolto la sofferenza e ho capito che dovevo proprio passare di là per realizzare quanto fossi importante come persona, come uomo, come padre. 

Confini chiari con l’ex

Col tempo ho iniziato a sentirmi meglio e nuovamente a mio agio in ogni situazione.

È proprio in questa fase che diviene fondamentale mantenere un approccio “fermo” con l’ex Partner. Confini chiari di comunicazione e interazione sono lo strumento principe per evitare di cadere nel conflitto e così mi sono concentrato sull’allontanare la corrosiva dinamica del TU e IO.

La coppia non esiste più ma i singoli genitori permangono in quanto tali. Ho imparato a rispettare il pensiero dell’altro, anche se in totale disaccordo. Ancora oggi “glisso” su questioni delicate per evitare lo scontro e cerco di concentrarmi esclusivamente sulla  gestione del day by day di mia figlia.

Purtroppo ho dovuto constatare personalmente che spesso noi papà veniamo sottovalutati. È di queste ore la polemica sul congedo di paternità e sul termine utilizzato per descrivere gli uomini che vi ricorrono: “Mammi”. Abbiamo già parlato altrove della distorsione e abuso del termine ma, stanne certo papà, le cose sono destinate a cambiare.

Una nuova rete di supporto

Circondarsi di gente positiva è importante, soprattutto quando ci si separa.

Avevo la necessità di condividere e mi sono trovato nuovi amici che potessero capire quello che sentivo. Persone come me, coi miei stessi casini. Ilaria, Giuseppe, Andrea e molti altri. Sono stati preziosi nel doppio turno di separazione e divorzio.  

Ci siamo conosciuti e senza troppi filtri abbiamo parlato di tutto con grande sincerità. I nostri bambini hanno giocato assieme e insieme abbiamo riscoperto il piacere di aprirci a una nuova vita. 

È stato facile sentirsi accolti da chi ti è simile.

Anche i nonni sono stati preziosi. Avere una famiglia e aprirsi a loro può rivelarsi una mossa intelligente. In tanti mi hanno offerto un sorriso, ascolto, affetto durante il percorso. A loro dedico questo post.

Ritrovarsi single dopo aver fatto parte di una coppia per lungo tempo è una sfida enorme e ci si può sentire soli e isolati, soprattutto all’inizio. Nel percorso ho fatto diversi tentativi e sono incappato in qualche errore. Ogni tanto penso ai bei tempi passati con un po’ di tristezza. 

Non ti abbattere mai papà! 

Circondati di brave persone, amati e apprezzati come uomo e come padre e vedrai che presto tornerai ad essere quella persona meravigliosa che ti sentivi  prima, anche se ora, per il momento non hai ancora un partner…

Alfonso Negri

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