Il genitore che impara e insegna
Una volta mi è capitato di leggere su un blog una bellissima frase:
“Mentre cerchiamo di insegnare ai nostri figli tutto sulla vita, i nostri
figli ci insegnano cos’è la vita.” La trovo di una verità quasi
imbarazzante nella sua semplicità, anzi forse penso che sia una delle frasi più
sovversive che io abbia mai letto. Hai presente la nostra generazione cresciuta
sulla scia di genitori dai quali dovevi solo imparare? Oggi so che non è così e
che la genitorialità è un viaggio che non riguarda solo la crescita
di tuo figlio ma anche la tua. La frase iniziale è vera nella misura in cui i
figli un giorno entrano nella tua vita e tu ti prepari a insegnare loro tutto
quello che c’è da sapere. A un certo punto però ti accorgi che sono loro ad
aprirti gli occhi su aspetti della realtà che non avevi mai considerato o che,
crescendo, avevi sepolto sotto le spoglie della maturità.
Senza macchia e senza paura
I miei figli mi hanno insegnato a non temere la paura. Mi riferisco soprattutto alle paure emotive quali la paura dell’ignoto, del futuro, il timore di essere giudicati o la paura del rifiuto. Loro sono coraggiosi e accettano le sfide della vita, buttandosi a capofitto nelle situazioni più complesse. Una volta mio figlio mi ha detto che la paura non esiste, una frase che mi ha spalancato un mondo perché mi ha permesso di capire una frase di Eckhart Tolle che avevo letto anni prima. Il motivo per cui non metto la mano sul fuoco non è per paura ma perché so che mi brucerò. Per evitare un pericolo non serve la paura, ma soltanto intelligenza e buon senso. I miei ragazzi mi hanno insegnato a tracciare il confine del buonsenso e del coraggio, un confine dove la paura..non esiste!
Essere felice
Può sembrarti un luogo comune ma anche questa lezione l’ho appresa chiacchierando
con i ragazzi. Ho chiesto al più piccolo cosa volesse essere da grande. Mi ha
risposto “Felice da fare schifo papà, questo è il mio obiettivo”. Mi
ha lasciato disarmato di fronte a una verità che mi ha colpito come un fiume in
piena. La felicità è un traguardo da raggiungere giorno per giorno, un
ideale al quale si può e si deve lavorare con energia e costanza. Non importa
cosa sarai, se maestra, astronauta, ingegnere o ballerina, quello che conta è
la tua assoluta felicità.
Specchio specchio delle mie brame
Terza lezione e anche una delle più dure. Nel corso degli anni ci sono stati alcuni comportamenti dei miei figli che mi hanno dato particolarmente fastidio. A volte li sgridavo, a volte mi rimaneva un senso di incompiuto e non detto dentro che mi rodeva lo stomaco. A furia di rifletterci e osservarli ho capito che questi nanerottoli sono, la maggior parte delle volte, il mio specchio. Quando scorgo l’impazienza nelle loro menti, trovo la stessa impazienza in me, quando vedo in loro una certa intransigenza, trovo lo stesso modo di fare in me. Averlo capito non solo mi ha regalato un surplus di empatia e pazienza con i ragazzi, ma mi ha spinto verso una maggiore consapevolezza di me stesso.
La sottile arte di sorridere
Infine una delle lezioni più belle e spontanee: sorridi. A loro basta poco per farlo, un bacino dopo la bua, una battuta anche imbecille per stemperare un momento di tensione. Il bello è che a volte sorridono senza un motivo preciso magari perché c’è il sole, perché è sbocciato un fiore o soltanto perché la mamma ha preparato una torta. Sorridere vuol dire celebrare la spontaneità. E io questo l’avevo dimenticato.