Chi è il papà a tempo pieno?
Papà con figlio

Chi è il papà a tempo pieno?

Papà a tempo pieno: quando i ruoli si invertono


La società è mutata, adesso il ruolo che storicamente apparteneva alle madri è almeno condiviso, se non addirittura soppiantato da noi papà. Adesso le donne sono figlie di una generazione che le ha fatte studiare e le vede realizzate lavorativamente, quindi sempre meno inclini a relegarsi all’ombra di noi compagni e al ruolo di casalinghe o madri a tempo pieno.

Sfatiamo il mito del mammo


Noi papà che assumiamo il ruolo centrale dentro le nostre famiglie, occupandoci della casa e dei nostri figli a tempo pieno non siamo stereotipabili nel ruolo di “mammo”, siamo semplicemente “padri”. A volte ci troviamo incastrati in questo ruolo perché la nostra compagna è all’apice della carriera e vuole perseguirla, delegando a noi ogni mansione genitoriale, altre volte lo facciamo per scelta, perché goderci ogni tappa nella crescita dei nostri figli non vale nessuna promozione lavorativa.

Ma chi e cosa fa il papà a tempo pieno?


Il papà a tempo pieno è un uomo serio e affidabile per definizione, che pur senza rinunciare all’immagine sociale dell’uomo virile e lavoratore, non rinuncia al suo senso della famiglia. Un papà che dedica totalmente il suo tempo extra lavoro alla cura dei suoi figli, dando presenza, pazienza e tempo, azioni che di solito sono riconosciute alle sole madri. Il papà a tempo pieno cucina in autonomia, fa le lavatrici, gioca con i bambini e li aiuta nei compiti. Spesso riesce a fungere anche da confidente e da ammortizzatore nei confronti delle ramanzine delle madri, storicamente più pignole e severe nell’educazione, nonostante l’apparente assenza in questi casi.

Dì sempre sì e avrai la vita facile

Quante volte noi papà discutendo con gli amici ci siamo sentiti ripetere questa frase nei confronti delle nostre compagne? “Dille di sì e andrà tutto bene”. E così facendo abbiamo creato una generazione che si è vista tagliata fuori dai corsi preparto, che sviene alla vista della sala operatoria al momento della nascita, che difficilmente sceglie il pediatra o la marca giusta di latte. I tempi sono cambiati e la genitorialità paterna va vissuta dal momento del concepimento, non più dal fatidico “dopo il primo anno di vita”. La manualità paterna non è necessariamente un’attività meccanica svolta con la regia delle madri, è una qualità umana che per troppi secoli – e generazioni – è stata ignorata.

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