Dormire con mamma e papà
Sia ben chiaro, tu adori i piedini di tuo figlio. Ti piace sentirne il rumore sul parquet quando gioca, adori prenderne in mano uno e fargli il solletico o le pernacchiette. Li adori un pò meno quando te li trovi spiaccicati sulla cistifellea oppure quando ti sferrano un calcio nella mascella che manco Bruce Lee potrebbe essere così preciso e letale. Questo è quello che succede quando quel tenero fagottino viene a dormire nel lettone. Da simpatico infante diventa un’arma di distruzione di massa perché tutti i tuoi organi vitali, anche quelli dove non batte il sole, corrono un grande pericolo! Nel cuore della notte quindi ti ritrovi a misurare il perimetro del tuo letto, cercando gli angoli più lontani oppure, rassegnato, prendi il cuscino e vai sul divano. Dormire con mamma e papà è giusto o sbagliato?
Il lettone? Si
Si chiama co-sleeping, dormire con i genitori, e i suoi sostenitori, tra cui eminenti professori universitari americani, affermano che condividere il lettone apporti un beneficio psicologico e fisico per mamma e bambino. Tale teoria affonda le sue radici nel lontano 1978 quando Thine Thevenin, autore del “The Family Bed” e attivista della Leche League, affermò che dormire nel lettone fosse un fattore determinante per favorire e incoraggiare l’allattamento al seno. Dormire con i genitori aiuta il neonato a gestire meglio lo stress perché il contatto con la mamma lo aiuta a tenere bassi i livelli di cortisolo. Dorme di più, dorme meglio e sviluppa nel corso dei mesi una specie di allenamento al buon umore, perché la rasserenante sensazione di essere protetto aumenta i livelli di serotonina.
Ora, parliamoci chiaro. Non c’è bisogno di scomodare menti eccelse o teorie psicologiche. Durante i primi mesi, condividere il lettone è spesso una necessità perché la mamma è stanca, è provata dai continui risvegli e dall’allattamento a richiesta.
Il lettone? No
Co-sleeping? No grazie. Il primo motivo è pratico. Ti hanno dato la cittadinanza onoraria da Ikea perché hai passato tre quarti della gravidanza a scegliere mobili, culle, fasciatoi, mensole e vernici. Hai dato la cera, tolto la cera dal pavimento, messo la carta da parati, tolto la carta da parati, sotto la supervisione di tua moglie che manco un direttore di cantiere avrebbe saputo essere così perfido e puntiglioso. E ora non ci dorme? Scherzi a parte, dormire nel lettone può diventare una dipendenza e il rischio è che a lungo andare questa abitudine possa ledere la conquista dell’autonomia da parte di tuo figlio. Secondo gli psicologi infatti, dormire sempre con mamma e papà impedisce il processo di individualizzazione del bambino ovvero la presa di coscienza che “io sono io, tu sei tu”.
E poi, vogliamo parlare dell’intimità? È vero che trovare nuovi posti in casa per incontrare tua moglie può essere eccitante, ma se non hai più vent’anni e la sciatica incombe, le acrobazie in giro per la casa sono un filino faticose. Il lettone dovrebbe essere lo spazio privato della coppia soprattutto di notte e aiutare il bambino a comprendere questo limite fisico lo aiuta a tenere a bada il senso di onnipotenza che, se non contenuto, potrebbe minare i suoi rapporti sociali.
Il lettone? Forse!
È giusto dormire con mamma e papà? Forse. C’è un proverbio che recita più o meno così “Prima avevo principi, ora ho figli”. Quando diventi papà ti rendi conto che tutto quello che hai letto sui libri lascia il tempo che trova. Può aiutarti certo, ma alla fine quello che deve ispirare le vostre decisioni è soltanto il buon senso e il carattere di tuo figlio. Non esiste una regola precisa sul condividere un lettone. Quello che importa è che tu e tua moglie stabiliate una linea comune che vada bene a entrambi. Ad esempio, una soluzione potrebbe esser quella di far dormire con voi il piccolo quando è teso, nervoso oppure malato. I compromessi, quelli sani, ti aiutano a crescere un bambino sicuro di sè e autonomo. E magari ti salvano anche la cistifellea!