Abbiamo mandato un inviato speciale a vedere la nuova commedia
“10 giorni senza mamma” di Alessandro Genovesi con Fabio De Luigi e Valentina Lodovin: Daniele Marzano, giornalista, autore ed esperto di comunicazione, ci racconta le sue impressioni.
In queste ultime settimane si è tanto parlato dell’uscita del nuovo film del regista Alessandro Genovesi, “10 giorni senza mamma”. Io ho letto tanti pareri differenti in rete. Dai papà preoccupati per i luoghi comuni che emergevano dalla locandina e dal trailer, alle mamme che invece avevano riso tanto durante la proiezione del film. Da papà sono voluto andare a verificare in prima persona guardando il film. Mi sono seduto in sala con tutti i pregiudizi di questo mondo e li ho visti a poco a poco sgretolarsi in un mare di risate e spunti di riflessione.
La storia è questa. Carlo ha tre figli e rappresenta tutto ciò che io non voglio essere nella vita. Carlo è un ottimo Fabio De Luigi che però si è perso gli anni migliori dei propri figli e che ha delegato tutto alla moglie Giulia (Valentina Lodovini) e che ha messo il lavoro al primo posto nella vita. Questo suo atteggiamento, che fortunatamente si trova sempre meno nelle famiglie di oggi ma che purtroppo è duro a morire, ha un solo risultato: la moglie crolla e cede al peso delle responsabilità che non sono condivise. La mamma capitola sotto i colpi della stanchezza e di una femminilità repressa e messa da parte. La punizione per Carlo si presenta sottoforma di un viaggio a Cuba che la moglie decide di fare con la sorella. Dieci giorni per il papà da solo con i figli. Siamo sicuri che sia una punizione? Siamo sicuri che non sia l’occasione per riprendere in mano la propria vita e rimettere mano alle giuste priorità? 10 giorni senza mamma è un film in cui si ride tanto e in cui tutti gli attori sono al posto giusto. È un film in cui le mazze in faccia si prendono con il sorriso, in cui le punizioni arrivano sotto forma di una neonata che non sai decifrare e di un’adolescente che ti considera un emerito idiota, anzi peggio, un estraneo. Perché alla fine i figli chiedono soltanto di esserci. Di non perdere tempo prezioso perché non tornerà più. Perché non ha senso fare la recita della famiglia del Mulino Bianco se poi non si ha piacere di stare la sera tutti insieme attorno a un tavolo.
“10 giorni senza mamma” è una commedia volutamente esagerata. Dall’inizio alla fine si ride di noi e delle nostre manie da genitori. Delle vite ad incastro, del lavoro totalizzante e delle chat del nido e dei mille impegni di cui riempiamo le nostre giornate e che rischiano di far perdere di vista l’unica cosa che conta davvero: esserci. E ciò che sembra una punizione per il padre si trasforma nell’ultima possibilità della propria vita per recuperare se stesso e la propria famiglia.
C’è bisogno che una mamma vada a Cuba per rendersene conto? Sicuramente no. C’è bisogno di diventare un estraneo per rendersi conto che forse si sta sbagliando tutto? Sicuramente no. “10 giorni senza mamma” personalmente mi ha regalato diversi spunti di riflessione. E’un film in cui si ride dei vecchi stereotipi facendo vedere che il “nuovo” papà è una persona migliore che, ritrovando il suo ruolo paterno, ritrova se stesso, i suoi figli, sua moglie… la società va accompagnata per mano in questa rivoluzione dell’amore paterno. Dopodiché ogni papà che lo andrà a vedere dopo le risate tornerà a casa pensando “menomale che non sono così”, oppure “caspita, ho rischiato di finire così”, oppure “ma non è che mi sto comportando proprio così? Forse devo cambiare qualcosa…”.
A me ha fatto tornare a casa con la voglia di baciare i miei figli e mia moglie e con la consapevolezza che senza di loro, altro che 10 giorni, io non resisterei neanche 10 minuti.
Daniele Marzano è autore di “Guida Senza Patente“, un racconto autobiografico che suggerisce uno stile di vita audace, fregandosene del pessimismo e dell’ansia che paralizza le scelte.
Per conoscere la storia di Daniele seguite la pagina Facebook Guida Senza Patente.