Nel primo anno di età è importante rispettare il sonno dei nostri figli perché è una parte fondamentale per la loro crescita. Per i bambini, dormire, è un’attività integrante anche nella costruzione del rapporto con i propri genitori. Rispettarlo è d’obbligo per iniziare a vivere insieme.
Iniziamo subito con una domanda: “Di quanto sogno abbiamo bisogno?”
I ricercatori che si occupano di sonno ritengono che ci siano molte variazioni legate al singolo individuo: nel grafico sono rappresenti in linea di massima i periodi medi di sonno, variabili nelle diverse età. Si evidenzia che il bambino da 0 a 3 mesi dorme dalle 14 alle 17, in modo uniforme tra giorno e notte, e da 4 a 11 mesi dorme dalle 12 alle 15 ore al giorno, concentrando un periodo più lungo di sonno durante la notte.
Perché il sonno è importante?
Durante il sonno viene prodotto l’ormone della crescita, si costruisce e si stabilizza la funzione delle cellule del cervello che subiscono un processo di migrazione e stabilizzazione dei contatti (rete) tra neuroni e dendriti.
Il sonno da 0 a 3 mesi
Nei primi tre mesi di vita ci sono due fattori condizionanti il sonno: l’allattamento e le coliche. La richiesta di cibo influenza i risvegli notturni: le poppate del lattante nei primi 2 mesi sono a richiesta e comunque ogni 3-4 ore, non distinguendo il giorno dalla notte. Il bambino ha cicli di sonno brevi, sui 50 minuti, e il suo organismo non ha ancora iniziato a produrre melatonina in relazione all’alternanza giorno-notte. In questo periodo sono da considerare normali i risvegli notturni del lattante ed è opportuno assecondare la richiesta di latte. Le coliche sono tipiche del pomeriggio sera e disturbano il ritmo sonno veglia, almeno nella prima parte della notte. In questo caso è importante non iperalimentare il piccolo pensando che abbia fame e applicare, metodi di consolazione come le coccole e non rifiutare di prenderlo in braccio in caso di pianto insistente.
Il sonno dai 4 ai 12 mesi
Tra i 4 e i 6 mesi la melatonina incomincia a essere prodotta favorendo il sonno in coincidenza con il buio anche se ancora un risveglio notturno per fame o per sete fa parte della norma. Dai 7 ai 12 mesi, invece, ci sono due fattori condizionanti il sonno: la dentizione e le crisi da ansia da separazione. Durante la dentizione il bambino comincia la fase di eruzione dei denti da latte e può essere più nervoso ed avere risvegli notturni. In questi casi si possono proporre piccoli sorsi di acqua o usare il ciuccio. Le crisi di ansia da separazione corrispondono alla paura di essere lasciato dalla madre, di deciso attaccamento alla figura materna, e alla paura degli estranei: paure che aumentano i risvegli notturni. In questa situazione, se il piccolo si sveglia di notte e desidera le coccole esclusive della mamma non si deve pensare ai vizi, ma bisogna consolare il bambino.
Igiene del sonno: come aiutare il piccolo a dormire di notte
Esistono degli atteggiamenti positivi che possono aiutare il sonno dei bambini. La prima cosa è fidarsi del proprio istinto di mamma, ma anche di papà, prestando attenzione al comportamento dei propri figli. Bisogna cercare di far addormentare il bambino nella sua stanza, programmando la notte come tempo dedicato al sonno. L’orario del risveglio al mattino e di addormentamento alla sera devono essere mantenuti costanti, sempre alla stessa ora. È opportuno mettere il bambino nella culla o nel lettino ancora sveglio aiutandolo così ad associare il letto al sonno. Il bambino deve così imparare ad addormentarsi da solo senza l’intervento dei genitori.
Di contro, esistono degli atteggiamenti negativi che dovrebbero essere evitati con l’obiettivo di agevolare il sonno naturale del bambino. Se possibile, bisogna evitare di farlo addormentare in braccio e in luoghi differenti dal lettino: in caso contrario, quando il bambino si sveglierà si ritroverà in un posto che non riconosce subito e vorrà ritornare fra le braccia del genitore per riaddormentarsi. Infine, sarebbe meglio evitare di giocare e divertirsi la sera con il piccolo lasciando queste attività nelle ore diurne.
Un altro aspetto che influisce positivamente sul ritmo del sonno del bambino è l’ambiente che deve essere tranquillo, il più silenzioso possibile e poco illuminato. La temperatura della stanza deve essere mantenuta ad un livello confortevole, intorno ai 20 °C, in quanto temperature troppo elevate disturbano il sonno. Di contro, il bambino non deve mai essere troppo coperto. Il consiglio è quello di far dormire il bambino sulla schiena evitando la posizione a pancia di sotto.
Un po’ di attenzione
Un’attenzione particolare va riservata al letto che non deve essere troppo grande: il bambino va a cercare un bordo per appoggiarsi. Inoltre, non si sveglia perché sbatte contro le sponde del letto: sarebbe opportuno evitare il paracolpi che possono rappresentare un pericolo, perché, per i bambini un po’ più grandi, rappresenta un appiglio per arrampicarsi e scavalcare le sponde. Altro aspetto importante, il paracolpi non permette al bambino di esplorare e controllare l’ambiente quando è sdraiato. Infine, non lasciare nel lettino oggetti che possono essere rischiosi.
Alcuni giochi, musiche o carillon, come quelli con piccole figure di animali che girano, messi sopra la culla o il lettino possono causare sovraeccitazioni visive o uditive che interferiscono con l’addormentamento: meglio una canzoncina o una ninna nanna. Comunque, le voci della mamma e del papà sono sempre meglio di una musica meccanica.
Evitare cibi e bevande
Durante le poppate notturne è bene interagite il meno possibile col piccolo; anche la pulizia e il cambio devono essere eseguiti velocemente. Si consiglia di evitate di farlo bere troppo prima e durante la notte evitando, almeno 2 ore prima della nanna, l’assunzione di teofilina, una sostanza contenuta in molti cibi e bevande di uso comune come la cola e la cioccolata. Anche alcuni farmaci possono contenere alcool e caffeina quindi da evitare perché possono disturbare il sonno.
Gli errori comuni
Il primo sbaglio è pensare che tutti i bambini siano uguali. Altro pensiero negativo è ipotizzare subito che il proprio figlio non dorme perché ha fame o sete. Anche lasciare il bambino piangere da solo rappresenta un errore: il piccolo, nel primo anno di vita, deve sempre essere consolato evitando quindi tecniche di estinzione autonoma ovvero lasciarlo piangere fino a quando smette. Questo è un atteggiamento che va contro l’istinto genitoriale.
Per mamma… e papà!
La prima cosa da tenere sempre a mente è di ricordarsi che tutto passa! La mamma deve cercare di riposare quando il bambino dorme, evitando di lavorare o sbrigare le faccende domestiche, anche se non riesce ad addormentarsi. La deprivazione del sonno può contribuire allo sviluppo di una depressione post-partum e interferire con l’attaccamento al bambino: quello psicologico è un aspetto su cui porre molta attenzione. Cercare di organizzarsi prima per il pasto notturno è positivo per tutti. L’attività motoria deve essere contemplata: quando possibile, fa bene uscire, possibilmente con il bambino, passeggiando insieme a lui. Per la mamma, chiedere aiuto a chi le è vicino è fondamentale, così come per il papà rappresenta una responsabilità aiutare la mamma dei propri figli.
Infine, parlare con fiducia con il proprio pediatra rappresenta sempre un punto fondamentale nella crescita dei bambini.
Leo Venturelli
Pediatra prima ospedaliero e poi di famiglia fino al 2018, attualmente libero professionista in Bergamo. È Garante dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del Comune di Bergamo dal 2017. È Responsabile Nazionale della educazione alla salute e della comunicazione della SIPPS – Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale – dal 2010. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche, coautore di testi per Pediatri e divulgatore scientifico.