Figli e tecnologia, indicazioni per l’uso
Figli e tecnologia

Figli e tecnologia, indicazioni per l’uso

Parliamoci chiaramente, i nostri figli sono davvero nativi digitali.
Nati con lo smartphone in mano, sempre connessi e con una capacità di apprendimento incredibile.
La rete è piena di video di bambini, anche molto piccoli che padroneggiano lo scroll, il pinch to zoom, il tap to open.

Questo porta spesso noi genitori a pensare che siano dei veri e propri geni dell’informatica e più in generale della tecnologia, sottovalutando, a mio modesto avviso 2 aspetti fondamentali e pericolosi:

  • Non sono dei geni dell’informatica, sono semplicemente bravi ad utilizzare un pezzo di hardware (smartphone, tablet ecc ecc) ma senza avere piena consapevolezza di quello che fanno e di quello che i device possono fare.
  • L’eccessiva sicurezza, o per meglio dire, l’eccessiva convinzione di padronanza, porta spesso ad abbassare qualsiasi difesa e ci porta ad avere comportamenti spesso dannosi, per noi e per gli altri

Figli e tecnologia, il giusto approccio

Mai come oggi è di fondamentale importanza iniziare a ragionare sin da piccoli su quello che dovrà essere un piano di educazione digitale dei nostri figli: pensare di poter vietare loro di usare lo smartphone o accedere ad internet è semplicemente impossibile.
Possiamo infatti controllarli dentro casa o quando sono con noi, ma non possiamo sapere quello che fanno a scuola o a casa degli amici e via discorrendo. Motivo per cui, è preferibile adottare un approccio pedagogico, che possa guidare i bambini alla scoperta di questo favoloso mondo, in maniera consapevole e soprattutto con solidi competenze e quindi solide basi.

Non lasciamoli soli davanti i display

Sia chiaro, l’approccio deve essere necessariamente graduale e guidato tanto dall’età del piccolo quanto dalle competenze richieste (ad esempio riterrei inutile spiegare a mia figlia, che oggi ha 4 anni, come si usa Facebook o un qualsiasi altro social).
Lato genitori, sarebbe di fondamentale importanza, guidare i nostri figli in questo percorso o comunque esserne partecipi, proprio per riuscire a dare quel valore aggiunto derivante dal concetto stesso di genitore “scegliere il meglio per mia figlia e prepararla nel migliore dei modi possibili al domani”. E il mondo del domani sarà connesso, tecnologico e ovviamente digitalizzato.
Trovare il giusto approccio per i figli e la tecnologia è un impegno che oggi noi genitori non possiamo sottovalutare.

Educazione digitale in famiglia

Educare i nostri figli su rischi e opportunità di questo mondo, significherebbe, provare a ridurre tutti quei comportamenti scorretti di cui spesso sentiamo parlare (revenge porn, social challenge, shit storm e via discorrendo). Ci aiuterebbe a far capire loro che qualsiasi azione viene condivisa online (sia essa positiva o negativa) ha degli impatti incalcolabili anche nel mondo reale visto che e considerato che la distinzione tra online e offline è decisamente morta (e non da oggi). Solo con l’educazione e non con le restrizioni, possiamo sperare di insegnare ai nostri figli a capire perché è sbagliato insultare qualcuno, sia online che offline. Che la valenza è la stessa, anzi forse è anche peggio.

Una foto su internet o un video caricato su Facebook non ha limiti di tempo e spazio, può essere visto da chiunque, può essere condiviso da chiunque, quante volte vuole in mille modi diversi. In sostanza diventa di proprietà degli altri.

La tecnologia insegnata a scuola

Personalmente ritengo che questo percorso dovrebbe iniziare direttamente a scuola, con insegnanti preparati e soprattutto che sappiano riuscire a coinvolgere i bambini, magari attraverso le note tecniche della gamification.
Insegnare l’informatica, il coding, il pensiero computazionale, ad usare internet e tutta la tecnologia presente e futura è il miglior regalo, ad oggi, che un genitore può fare al proprio figlio. Lo renderebbe consapevole oggi e preparato al suo futuro lavorativo, lo renderebbe utilizzatore attivo della tecnologia e non passivo, lo renderebbe un utente consapevole. Consapevolezza che potrebbe a sua volta essere usata dal bambino anche con altri coetanei ma anche a casa o in qualsiasi ambiente sia richiesta. E probabilmente a lungo andare farebbe si che gli agghiaccianti fenomeni esposti sopra cesserebbero di esistere e diventerebbero solo un triste ricordo di un momento storico in cui la comprensione della tecnologia si limitava a sbloccare uno smartphone e la percezione del mondo digitale era pari a quella in una laurea in fuffologia.

Fabio Muzzi

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