Come crescere un figlio sicuro di sé
Nathaniel Branden, psicoterapeuta e scrittore statunitense, uno dei pioneri e massimi esperti sul tema dell’autostima, ha scritto: “non puoi amare un altro se non ami te stesso”. L’autostima e la fiducia in se stessi consistono nel sentirsi felici e al sicuro nella propria pelle.
In poche parole l’autostima non è altro che quel processo mentale che porta l’individuo ad apprezzare se stesso e le sue qualità come conseguenza di giudizi valutatativi fondati sull’autopercezione.
Ogni individuo ha il diritto/dovere di comprendere le proprie potenzialità e di riuscire a metterle a frutto. Questo, a maggior ragione, vale per i nostri figli.
L’autostima è un percorso continuo che inizia da bambini e che si coltiva quotidianamente durante il processo di crescita. Un bambino sicuro di sé, che sa riconoscere le proprie qualità e i propri punti di forza può, con più probabilità, diventare un adulto realizzato.
I bambini imparano a costruire un’immagine positiva di sé come conseguenza ai rimandi che arrivano loro dall’ambiente esterno. Tutte le persone significative che quotidianamente ruotano loro intorno contribuiscono alla realizzazione di questo processo: in primo luogo ci sono mamma e papà, poi fratelli, nonni, zii, cugini, insegnanti quando iniziano a frequentare la scuola e così via.
Date le premesse appare evidente che il nostro ruolo genitoriale assume un valore centrale e decisamente significativo.
Ma concretamente cosa possiamo fare per raggiungere questo obiettivo?
Amare
Il bisogno di sentirsi amati e accettati è il primo step verso la conquista di un’autostima a prova di bomba. I nostri bambini devono sapere che sono amati, distribuiamo a piene mani il nostro affetto, dispensiamo coccole e attenzioni. Diciamo loro, in qualunque circostanza utile: “Ti voglio bene!”. Guardiamoli con amore. Ogni nostra parola, espressione, gesto deve trasudare amore per loro. Se sapranno di essere amati avranno più facilità ad amare loro stessi.
Insegnare la resilienza
La resilienza è la capacità di resistere agli “urti” della vita senza spezzarsi. Aiutare i nostri figli a superare le piccole difficoltà e gli ostacoli quotidiani è un mezzo tra i più efficaci per insegnare loro a diventare indipendenti e sicuri di sé. Non è necessario spianare loro la strada, è sufficiente donare loro la capacità di sperimentare, tollerare e superare la frustrazione regalata da un problema o da un piccolo dispiacere. Forniamo loro gli strumenti per arrivare alla soluzione senza suggerirla direttamente.
Lodare quanto basta
Gratifichiamo i nostri figli per ogni successo e ogni obiettivo raggiunto. Attenzione però, l’elogio e il complimento devono essere semplicemente realistici. Sproniamoli a migliorarsi e a cimentarsi con quello che non sanno ancora fare per imparare e raggiungere nuovi risultati. Albert Einstein diceva: “Se fai sempre le stesse cose, otterrai sempre gli stessi risultati”. Una lode per aver raggiunto un successo dopo aver provato, fallito e riprovato ancora fino a riuscire, è la gratificazione migliore che i nostri figli possano ricevere e la fiducia in se stessi che si ottiene non è paragonabile a risultati raggiunti percorrendo una strada conosciuta e spianata.
Insegnare l’arte della responsabilità
Gli psicologi infantili affermano che per rafforzare l’autostima, i bambini devono rischiare, fare scelte e assumersi le responsabilità. Il senso di responsabilità implica in primo luogo un’azione, quindi i nostri figli impareranno ad avere un atteggiamento proattivo e non passivo nei confronti della vita. Una persona responsabile agisce nella consapevolezza che le proprie azioni hanno conseguenze per sé e per chi li circonda. Per riassumere, la responsabilità implica correttezza, coscienziosità e senso del dovere. Questo vuol dire che noi papà dobbiamo capire quando è il caso di rimanere un passo indietro a nostro figlio e lasciarlo libero di fare le sue scelte, anche quelle sbagliate, intervenendo e raddrizzando il tiro quando si esce dal seminato.
Amare se stesso
Un Superpapà, per insegnare l’autostima a suo figlio, deve amare se stesso. Siamo partiti da questo concetto: per amare l’altro è necessario saper apprezzare se stessi. Non potremmo mai insegnare l’autostima ai nostri figli se noi per primi non ne siamo dotati. Lavoriamo su noi stessi, riconosciamo i nostri talenti, le capacità che possediamo, i successi che abbiamo raggiunto e i risultati che ancora possiamo ottenere. Abbiamo detto che l’autostima è un percorso che va avanti con la crescita, questo vale anche per noi. Coltiviamo le nostre potenzialità, evitiamo di sentirci “arrivati” e saremo di esempio per i nostri figli. Condividiamo con loro i nostri sogni, sia quelli realizzati che quelli da realizzare e loro impareranno che sognare non ha età.
Sostenere e incoraggiare le loro passioni
Ogni bambino ha un talento particolare e assistere a questa scoperta è un evento emozionante. Il nostro compito da papà è quello di incoraggiarli, metterli in grado di seguire la propria passione e sostenerli affinché seguano fino alla fine il loro percorso. Dobbiamo essere la loro spalla, una presenza discreta e avvolgente allo stesso tempo. Cerchiamo contemporaneamente di essere una guida e di ricordare loro che le passioni e i talenti possono essere più di uno e che sperimentare per scoprire di avere talenti nascosti e inimmaginabili è… wow!
In conclusione, per crescere un figlio indipendente e sicuro di sé siamo noi i primi a doverlo essere. Dobbiamo diventare papà funamboli in grado di districarci in situazioni diverse e, a volte, abbastanza complesse. Dobbiamo imparare a riconoscere quando è il momento di intervenire e quando è quello di lasciare spazio al bambino.
Non cediamo alla tentazione di metterci al loro posto nell’affrontare la vita per evitare cadute dolorose. Armiamoci di tanta pazienza, tanto affetto e infinita saggezza per aiutarlo e guidarlo nella conquista del mondo senza sostituirci a lui.