Assegno unico per i figli: 200 euro a nato fino a 21 anni
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Assegno unico per i figli: 200 euro a nato fino a 21 anni

Dovrebbe essere operativo nel 2021 l’assegno unico per i figli a carico. L’entrata in vigore della nuova misura del Governo Conte a supporto delle famiglie in Italia è prevista per la metà del prossimo anno con il provvedimento Family Act. La Legge Delega Family Act sosterrà tutte le famiglie con figli a carico dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni compiuti. L’assegno verrà maggiorato per figli disabili e terzo figlio.

Il disegno di legge Delrio-Lepri (proposta di legge C-687) relativo all’introduzione dell’assegno unico universale per i figli è stato approvato all’unanimità dalla Camera lo scorso 21 luglio. Il 23 luglio il testo è passato al Senato all’esame della Commissione lavoro dove è in attesa di essere discusso per diventare legge.

L’assegno universale previsto nella manovra 2021 da 35 miliardi di euro dovrà essere presentato al Parlamento entro il 20 ottobre per, poi, essere definitivamente approvata entro il 31 dicembre 2020. Le risorse dovranno essere consistenti: non si esclude il ricorso al Recovery Fund.

C’è molto da dire: chiariremo punto per punto tutto quello che c’è da sapere sul nuovo assegno unico.

Assegno unico per i figli 2021: cos’è

L’assegno unico per i figli è uno dei tasselli che compongono il mosaico della Riforma Irpef finalizzata ad abbassare il cuneo fiscale: è incluso nella prossima Legge di Bilancio 2021.

L’obiettivo dell’assegno è accorpare in un’unica misura tutte le attuali agevolazioni ed i bonus in favore di tutte le famiglie con figli a carico assicurando loro il mantenimento dei benefici presenti, possibilmente più consistenti. L’assegno punta al riordino ed al potenziamento delle misure di sostegno economico per i figli a carico.

Spetterà al ministero del Lavoro il compito di elaborare un piano di riforma del welfare, mentre tutti i dati dei soggetti beneficiari saranno gestiti dall’Inps.

A chi spetta l’assegno unico universale per i figli

Spetta a tutte le famiglie con uno o più figli a carico fino al 21esimo anno di età (non è escluso che possa estendersi ai 25 anni di età per i nuclei familiari con figli che frequentano l’università).

Possono usufruirne anche i cittadini Ue ed extra Ue a patto che:

– abbiano il permesso di soggiorno;

– vivano con i figli a carico sul territorio nazionale;

– paghino l’Irpef in Italia;

– siano o siano stati residenti in Italia per almeno 2 anni (anche non continuativi) ovvero titolari di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o di almeno 2 anni.

Al di là dei suddetti requisiti e previa richiesta dei servizi sociali e sanitari territoriali che tutelano la natalità, maternità, infanzia e adolescenza, il contributo può essere concesso comunque da un’apposita commissione nazionale, istituita con decreto ministeriale.

L’assegno verrà ripartito tra i genitori o, in assenza di questi, da chi esercita la responsabilità genitoriale.

In caso di separazione legale ed effettiva, annullamento, cessazione o scioglimento degli effetti civili del matrimonio, l’assegno spetta al genitore affidatario (in mancanza di accordo).

In caso di affidamento congiunto o condiviso, l’assegno è ripartito tra i genitori.

Assegno universale per i figli: obiettivi

Quali sono gli obiettivi che il Governo intende raggiungere con l’assegno unico per i figli?

Innanzitutto, favorire la natalità in Italia.

Secondo: sostenere la genitorialità.

Terzo obiettivo: favorire l’occupazione, soprattutto femminile.

Con questi tre obiettivi la Legge Delega, entro 12 mesi dall’entrata in vigore, impegna il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi per riordinare, semplificare e potenziare le misure per il sostegno dei figli a carico.

Nella Nota di aggiornamento al Def (Nadef) approvata dal Governo si cita l’assegno unico per i figli come uno degli obiettivi importanti della politica di Bilancio 2021-2023.

Come riportato nella Nadef si punta ad “attuare un’ampia riforma fiscale che migliori l’equità, l’efficienza e la trasparenza del sistema tributario riducendo anche il carico fiscale sui redditi medi e bassi“. Una riforma fiscale che prevede l’introduzione di un assegno unico e universale per i figli.

Non è ancora chiaro, però, da dove arriveranno le risorse necessarie. Tra finanziamenti in deficit emessi dall’esecutivo e risorse a fondo perduto in arrivo con i Next Generation Eu, se le risorse non dovessero bastare si correrebbe il rischio di uno slittamento della misura al 2022.

Come funziona

Ad eccezione di chi già percepisce il Reddito di Cittadinanza, l’assegno mensile verrà erogato in forma di denaro o credito d’imposta (in compensazione, da far valere in dichiarazione dei redditi modello 730/UNICO).

L’importo dell’assegno verrà erogato dall’Inps per ciascun figlio a carico.

L’assegno sarà maggiorato in caso di più figli o di figli disabili (fra il 30% ed il 50%) . In quest’ultimo caso, dovrebbe assorbire i sussidi attuali per i portatori di handicap e sarà erogato per sempre, senza limiti di età.

Un’ulteriore maggiorazione scatterà dal terzo figlio in poi (l’importo è da definire).

L’importo dell’assegno, ripartito in una quota fissa ed una quota variabile, sarà legato all’ISEE. La quota variabile verrà calcolata considerando, oltre al coefficiente Isee, anche dal numero di figli e dall’età di ciascuno. Le soglie Isee verranno fissate dal Governo con apposito decreto.

Assegno unico per i figli: quali bonus attuali sostituirà

L’assegno unico universale per i figli a carico va a sostituire l’assegno per il nucleo familiare (ANF), assegno familiare, bonus bebè, bonus asilo nido, bonus mamma, detrazioni per figli a carico, detrazioni per famiglie numerose, assegno per il terzo figlio.

L’assegno nucleo familiare viene riconosciuto a determinate famiglie, ad alcune categorie di lavoratori, lavoratori con assicurazione contro la tubercolosi, titolari di pensioni e di prestazioni economiche previdenziali da lavoro dipendente. L’importo dell’assegno varia a seconda della composizione del nucleo familiare, del reddito imponibile Irpef e di particolari situazioni (ad esempio, disabilità). E’ riconosciuto in presenza di figli fino all’età di 18 anni o fino a 21 anni (per famiglie con almeno 4 figli di età inferiore ai 26 anni) o figli maggiorenni disabili.

Il bonus bebè (o assegno di natalità) spetta alle famiglie per ogni figlio nato (adottato o in affido preadottivo) erogato ogni mese fino al primo anno di età. L’importo varia in base all’Isee e spetta ai cittadini italiani, comunitari ed extracomunitari (con titolo di soggiorno regolare).

In supporto alla genitorialità, il bonus asilo nido spetta ai genitori con figli nati dal 1° gennaio 2016 per il pagamento delle rette di asili nido (pubblici e privati), Prevede assistenza domiciliare per figli di età inferiore ai 3 anni con gravi patologie croniche. L’importo dell’assegno varia in base all’Isee (fino a massimo 3.000 euro).

Quanto spetta

La ministra Bonetti per le Pari opportunità e la famiglia ha dichiarato: “In una prima simulazione era stata ipotizzata una cifra tra i 200 ed i 250 euro“. Bisogna essere certi che si tratti di “una cifra che non faccia perdere denaro a nessuna famiglia. Sarà facilmente accessibile“.

In origine, la proposta di legge per l’assegno unico universale prevedeva i 240 euro per ogni figlio a carico. Questo importo ‘ipotizzato’ verrà aggiornato con le nuove disposizioni del Family Act.

Il Family Act include la delega al Governo ad adottare un decreto legislativo entro il 30 novembre 2020 per istituire l’assegno riordinando tutte le attuali misure di sostegno economico alle famiglie. Per fare questo, bisognerà individuare le risorse a cui attingere.

In sostanza, l’assegno dovrebbe ammontare mediamente a 200 euro a figlio con possibilità di maggiorazione in base a scaglioni Isee da stabilire.

Come già specificato, l’importo dell’assegno sarà composto da una quota fissa ed una variabile associata al reddito ISEE secondo scaglioni che il Governo fisserà tramite un prossimo decreto. Verranno considerati, nel calcolo, anche il numero di figli e l’età di ognuno.

In ogni caso, non dovrebbe superare i 400 euro.

Sono stati ipotizzati tre scaglioni:

  • Primo scaglione fino a 240 euro al mese per ciascun figlio dal settimo mese di gravidanza fino ai 18 anni;
  • Secondo scaglione fino a 80 euro per figli di età compresa tra i 18 ed i 21 anni;
  • Terzo scaglione fino a 400 euro da 0 a 3 anni incorporando babysitter, asilo nido ed altri servizi previsti per l’infanzia.

Assegno unico per i figli con fascia di età 18-21 anni

Nella fascia di età 18-21 anni, la somma viene corrisposta in forma ridotta rispetto ai figli minorenni. Si ipotizza un’erogazione diretta al figlio da lui stesso richiesta per la propria autonomia.

Il sussidio viene riconosciuto solo in presenza di determinate condizioni come:

– percorsi di formazione scolastica, professionale o universitaria;

– servizio civile universale;

– tirocini o percorsi lavorativi a basso reddito, inferiore ad una certa soglia;

– disoccupazione (con registrazione presso i Centri per l’impiego);

– handicap (in base al grado di invalidità, l’assegno viene aumentato dal 30% al 50%)..

In deroga alle disposizioni ordinarie, è garantita l’erogazione del sussidio dopo il 21° anno di età.

E’ compatibile/cumulabile con il Reddito di Cittadinanza?

Il Bonus figli non concorrerà alla formazione del reddito complessivo. Non influenzerà neanche il riconoscimento delle prestazioni sociali a sostegno del reddito.

L’assegno unico per i figli è pienamente compatibile/cumulabile con il Reddito di Cittadinanza. Viene corrisposto unitamente al RdC e con le stesse modalità di erogazione (ovvero a mezzo ricarica della Carta RdC).

Una clausola di salvaguardia riconosce un’integrazione compensativa dell’importo dell’assegno volta a garantire che non risulti inferiore a quello in godimento al nucleo familiare prima dell’entrata in vigore del decreto attuativo (auspicata a partire da gennaio 2021).

L’assegno unico per i figli migliorerà il sostegno alle famiglie?

Per scoprire se la misura unica può migliorare il sostegno alle famiglie, bisognerà attendere i decreti attuativi, soprattutto verificando le soglie Isee individuate.

Converrà davvero l’assegno universale?

Una prima risposta può essere data facendo una simulazione semplice, considerando  un Isee medio di 25mila euro ed una famiglia con un figlio minorenne.

Attualmente, in una situazione del genere, le attuali misure previste sono:

assegno nucleo familiare, che con un reddito di 25mila euro all’anno ammonterebbe a 70,08 euro al mese (quindi, 840,96 euro annui);

bonus bebè di 1.440 euro annui per il 1° anno di vita;

bonus asilo nido di 2.500 euro annui fino a 3 anni di età.

Considerando un figlio nato dopo il 2016 (requisito per il bonus asilo nido) fino al compimento di 18 anni, per una famiglia di 3 persone con reddito annuo di 25mila euro, il sostegno concesso attualmente è di 24mila euro circa.

Che genere di sostegno avrebbe la stessa famiglia con l’assegno unico per i figli?

Con la stessa Isee di 25mila euro, l’assegno unico universale (che prevede 200 euro al mese fino ai 18 anni di età) garantirebbe un contributo di 43.200 euro circa (per un solo figlio).

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